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Il lupo della Finlandia

La Finlandia è un grande paese che ha immense pianure e immense foreste.

Sonia era una piccola contadina che abitava in un villaggio situato all’estremità di una foresta.

Un giorno d’inverno il padre della bimba, attraverso una foresta, andò alla città con la slitta tirata da una renna; portò con sè la piccina e un grosso cane bianco, Neva, ch’ella amava assai.

Quando tornarono, già scendeva la notte. La slitta scivolava dolcemente, senza scosse e rapidissima, sulla candida neve.

Il lupo della Finlandia

La principessa nella torre // Video fiaba

C’erano una volta un re e una regina che vivevano felici con la loro unica figlia.

Ma un brutto giorno la regina si ammalò e morì e dopo qualche tempo il re volle riprendere moglie. Sposò una dama nobile che aveva due figlie, senza sapere che questa in realtà era una strega.

Un giorno il re dovette partire per un viaggio e allora la matrigna prese la principessa ed i suoi servi fedeli e li chiuse in una torre.

Poi trasformò la principessa in un topolino, i suoi servitori in altri topi e la sua dama di compagnia in una cornacchia e andò via pensando di essersene sbarazzata per sempre. In un regno non molto lontano da lì viveva un re che aveva tre figli: ormai era anziano e desiderava che i suoi tre figli trovassero la moglie giusta.

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La principessa nella torre // Video fiaba

La leggenda del tè

Molti secoli fa in Cina ci fu una terribile siccità a cui seguì un’ epidemia di peste: Al timore della morte il popolo degli uomini affiancò una flebile speranza di salvezza, poiché nella memoria degli anziani c’era il ricordo di una pianta sacra e miracolosa che aveva il potere di guarire, dalle malattie e rendere fertile la terra.

Quella pianta era custodita da un drago presso una fonte d’acqua sulla montagna.

Alcuni giovani coraggiosi decisero di partire per la vetta, affrontare il drago e in seguito prendere la pianta, ma purtroppo non fecero più ritorno.

La leggenda del tè

I tre pifferi

C’era una volta un pastorello rimasto orfano del padre e della madre. Non passava giorno che non piangesse amaramente sulla sua dura sorte.

Un giorno sentì una voce che gli diceva:

– Dinanzi a te ci sono tre pifferi, prova a suonarli!

Il ragazzo trovò i tre pifferi. Quando suonò il primo, le lacrime si asciugarono, soffiò nel secondo e gli venne voglia di ridere. Al suono del terzo piffero, le gambe si misero a ballare da sole.

Ripresosi dallo stupore, il pastorello si accorse che le sue mucche si erano disperse per i prati:

«Adesso vi sistemo!», pensò allegramente impugnando il terzo piffero. E le mucche si avvicinarono al giovane danzando.

Il sovrano di quel paese stava tornando dalla caccia e, passando per quella radura, sentì il piffero magico e… si mise a danzare pure lui!

I tre pifferi

Mani d’oro

Molti anni fa viveva nella steppa un allevatore di bestiame di nome Gajan.

Aveva una bellissima figlia, Miriam. La fama della sua bellezza si era sparsa anche in paesi lontani. Quando compi diciotto anni, il padre pensò di darle marito. Le chiese:

– Mia cara figlia, che uomo desideri sposare?

– Un uomo che sia al tempo stesso il più ricco e il più povero – rispose Miriam.

Gajan mandò in giro per tutta la regione i suoi servitori perché facessero conoscere ai giovani il desiderio di Miriam, e perché coloro cui la notizia interessava si facessero avanti.

Mani d’oro

I sei ciechi e l’elefante // Video fiaba

C’era una volta un villaggio i cui abitanti erano tutti ciechi.

Un giorno un principe straniero, che viaggiava sopra un elefante, si fermò davanti alle mura di questo villaggio, per una sosta durante il suo tragitto.

Tra gli abitanti si diffuse la voce della presenza del principe e di un animale straordinario, che essi non conoscevano. Così i cittadini decisero di inviare sei persone ad accogliere il principe e a toccare l’elefante, così che poi avrebbero potuto descriverlo a tutti gli altri.

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I sei ciechi e l’elefante // Video fiaba

Il leprotto che si era sposato

C’era una volta un leprotto che se ne andava a spasso per il verde.

“Urrà, urrà, evviva, evviva!” grida saltando e correndo; ed ecco che fece una capriola e si fermò su due zampe, in mezzo al prato.

Quatta quatta, sopraggiunse una volpe.

“Buon giorno!”, gridò il leprotto.

“Devi sapere che oggi son tanto contento perchè mi sono sposato”, le disse

“Che fortuna!”, disse la volpe.

“Proprio una fortuna no, perchè era vecchiotta ed era una vera strega”.

“Che sfortuna allora!”, disse la volpe.

“Proprio una sfortuna no”, rispose il leprotto, “perchè sposandola sono diventato ricco, lei aveva una casetta”.

Il leprotto che si era sposato

Come il riso arrivò sulla terra

Una leggenda popolare raccontata infatti che un buon genio della campagna se ne stava tranquillo a osservare compiaciuto la vita degli uomini: Essi avevano dimenticato da tempo l’ultima terribile carestia che li aveva colpiti,

Vivevano serenamente e la loro esistenza semplice andava al passo con il ritmo della natura, Gli anni scorrevano come un fiume lento e tranquillo,lasciando nella memoria delle persone la gratitudine per il doni che ricevevano dalla terra, Infatti, nonostante la coltivazione dei campi costasse molta fatica, gli uomini avevano di che sfamare le loro famiglie in abbondanza.

Come il riso arrivò sulla terra

La ricompensa

Un bel giorno il Califfo Haroon-Al-Raschid, mentre era a caccia, incontrò un uomo anziano che piantava un albero di noci.

“Questo vecchio uomo è pazzo!” disse il califfo; “si comporta come fosse ancora giovane, e potesse godere i frutti di questo albero”.

Mentre anche il suo seguito si prendeva gioco del vecchio, il Califfo si avvicinò e chiese all’uomo quanti anni avesse.

“Ottant’anni compiuti, mio signore; a, grazie a dio, sto come se ne avessi trenta!”.

“Quanto tempo pensi di vivere,” continuò il Califfo, “per piantare, ad un’età così avanzata, giovani alberi che daranno i loro frutti solo tra molti anni? Perchè perdi tempo in un’occupazione così inutile?”.

La ricompensa

Nasreddin e le sue avventure

Nasreddin stava tranquillamente leggendo, seduto in poltrona nel suo bel salotto, quando si accorse che un ladro, cauto cauto, stava penetrando in casa sua dalla parte del giardino.

– Adesso voglio dargli una di quelle lezioni che se la ricorderà per tutta la vita – mormorò tra sé.

Non era la prima volta che i ladri facevano man bassa in casa sua.

Il ladro, entrato che fu, si guardò in giro, adocchiò un grosso baule e, fatto esperto da imprese consimili, pensò:

– Sicuramente gli oggetti più preziosi stanno in questo baule.

Lo portò fuori con gran fatica, contento però che fosse così pesante. Giunto in un luogo appartato si riposò e sollevò il coperchio.

Nasreddin e le sue avventure

Come arrivò la luce

Quando il mondo era appena nato, molto tempo fa, c’era solo buio nella terra dove viveva il popolo degli Inuit. E gli Inuit pensarono che fosse buio in tutto il mondo fino a quando non si fermò da loro un vecchio corvo viaggiatore.

Più il corvo raccontava degli splendidi giorni pieni di luce che aveva visto girando il mondo, più gli Inuit desideravano la luce.

– Se avessimo la luce, – diceva uno, – potremmo cacciare più lontano e più a lungo.

Come arrivò la luce

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