Special Car
In un lontano paese viveva un signore, di nome Angelo, che possedeva un’automobile speciale che non si alimentava con i classici carburanti, ma con l’acqua del rubinetto. La sua particolarità non era solo quella, ma… Special Car
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "chi troppo vuole nulla stringe", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
In un lontano paese viveva un signore, di nome Angelo, che possedeva un’automobile speciale che non si alimentava con i classici carburanti, ma con l’acqua del rubinetto. La sua particolarità non era solo quella, ma… Special Car
Tratto dall’omonima fiaba di Esopo. C’era una volta una rana presuntuosa che non perdeva occasione per far vedere alle sue compagne quanto fosse diversa e migliore di loro. Se saltavano, lei cercava sempre di saltare… Il bue e la rana // Audio fiaba
Tanto tempo fa, un albero di ciliegie fiorì.
Con il passare del tempo i fiori diventarono ciliegie rosse e golose.
Un bambino di nome Marco andò a coglierle, ma non ci arrivava.
Prese una scala e si arrampicò.
Iniziò a coglierle a manciate e le mise in un grande cesto .
Scese velocemente dalla scala, perché aveva voglia di mangiarle subito, ma … scivolò e il suo cesto si rovesciò sulla sua testa!
Un piccolo chicco d’uva
si era smarrito in un campo di papaveri
era caduto dal suo grappolo d’uva
per paura di un’ ape
che voleva mangiarselo
L’ape Ceccetta si aggirava tra i grappoli d’uva
dolci ne aveva mangiati tanti tanti
C’era una volta una contadina che pianse tutte le sue lacrime per la perdita del marito, ma nessuna di esse poté ridarle lo sposo. Così, con il cuore ferito continuò a occuparsi del solo amore rimastole: il loro bambino.
Egli, benché fosse bello come il sole al mattino, aveva un difetto, quello di diventare un mostro appena un no gli veniva detto.
Gli occhi si trasformavano in due uova al tegamino, il naso lungo e rosso tale e quale a un peperoncino.
Le orecchie come cimbali s’ingrandivano e, stonati come coperchi sulla testa, rintronavano.
La bocca spalancava pari a quella dell’ippopotamo che sbadiglia e, i denti, mamma mia, con quelli del pescecane facevano pariglia!
Tolstoj riprende un’antica favola di Esopo.
Un contadino fece cadere l’accetta nel fiume. Dal dispiacere s’accovacciò sulla riva, e si mise a piangere.
Lo sentì lo spirito dei fiume: ebbe pietà del contadino, uscì dall’acqua portandogli un’accetta d’oro, e gli disse:- E’ tua quest’accetta?
Il contadino disse: – No, non è la mia.
Lo spirito uscì dall’acqua con una seconda accetta, questa volta d’ argento.
Un giorno in piena estate con il caldo che era veramente insopportabile, giravano tutte tranquille due piccole zanzare, ancora molto giovani; alla loro prima esperienza solitaria come succhia sangue. I genitori le avevano lasciate andare perché imparassero a procurarsi il cibo da sole.
Le due approfittarono di una finestra lasciata aperta ed entrarono in una stanza dove stava dormendo un uomo piuttosto grosso, che russava fortemente, e incominciarono a pungerlo per berne il suo sangue.
«Che buono» disse la prima.
Alla corte di un Re di un paese straniero girava una storia che tutti volevano udire una seconda volta, tutti già la conoscevano.
Un giorno un menestrello di corte passò le mura della città sistemandosi nella piazza principale dove cominciò il proprio racconto:
Un povero taglialegna lavorava duramente per mantenere la sua famiglia. Ogni giorno andava nella foresta a tagliare i rami di alberi immensi, che poi riduceva in pezzi da vendere al mercato.
Un giorno, mentre lavorava vicino al fiume, l’ascia gli scivolò dalle mani e cadde in acqua. Per quanto la cercasse, passando le mani nella corrente rapida e nelle acque tumultuose, non riuscì più a ritrovarla.