Una storia magica
C’era una volta una creatura di nome Gaia, questa creatura era fatta di sola luce e pura luce. Gaia viveva in un luogo bellissimo pieno di luce dorata e di arcobaleni. Un giorno Gaia decide… Una storia magica
C’era una volta una creatura di nome Gaia, questa creatura era fatta di sola luce e pura luce. Gaia viveva in un luogo bellissimo pieno di luce dorata e di arcobaleni. Un giorno Gaia decide… Una storia magica
È notte fonda e tutti dormono, ma a casa Cipolloni accade qualcosa di magico.
“Ecciù!!!”, starnutisce un raffreddato vaso di fiori da sopra un umido davanzale.
Una poltrona si stiracchia tutta indolenzita e, con tono un po’ lagnoso, borbotta: “Ohhh povera me! Ho dovuto sopportare per ben 5 ore quella grassona della Signora Olga, e adesso guarda qua come sono ridotta: uno straccio!”
“E cosa dovrei dire io?”, le fa eco un anziano divano brontolone dall’aria alquanto seccata. “Quei due bambini pestiferi hanno saltato sulla mia povera pancia per tutto il santo giorno!”
Nel frattempo, un vecchio giradischi inizia a far suonare una dolce melodia sulle cui note cantano, con voce esile ed armoniosa, tre allegri girasoli.
Tutte le finestre della casa si aprono e si chiudono come per battere le mani, e finiscono per svegliare quel pignolo del computer che, stizzito e ancora un po’ mezzo addormentato, grida: “Schhh!!! Che cos’è tutto questo pandemonio? Finirete per svegliare tutti quanti, uffa!!! In questa casa non si riesce mai a riposare in pace. Ho lavorato tutto il giorno, io!”
Esisteva un luogo, tanto tanto tempo fa, dove gli alberi svettavano alti e il cielo era blu come non avete mai visto.
C’era una grande foresta che ricopriva i pendii di montagne maestose, e un lago ampio come un occhio spalancato, e lì gli inverni erano lunghi e freddi e le estati brevi e calde.
Giù a valle, sulle rive del lago, gli uomini avevano costruito un villaggio fatto di legno, che cresceva fino al centro dell’acqua stessa, su un lungo pontile scricchiolante che si specchiava sulle onde.
Tra gli uomini del villaggio ce n’era uno che si chiamava Beren, un giovane alto dai capelli scuri la cui principale occupazione era di andare a caccia di lupi nella foresta. Spesso partiva il mattino all’alba, quando i raggi del sole erano rossi e neanche arrivavano a lambire il lago, e tornava giorni dopo all’imbrunire, carico di pelli e carni. Il vecchio Zorb, che era il più anziano del villaggio e ricordava tante cose, non vedeva di buon occhio la passione di Beren, e scuoteva la testa sconsolato ogni volta che il giovane riportava i corpi senza vita dei lupi della foresta.
“Ebbene: tutti i cuori hanno un’anima.
Un’anima che li aspetta,
fedele nella sera della casa,
a viso segnato e braccia aperte,
che dimentica in un punto
le paure di un giorno.
Ebbene: ogni cuore ha la sua anima.
Apuleio nelle ‘Metamorfosi’ ci racconta il mito di Eros (Amore) e Psiche (l’Anima, la Vita, simbolo della Donna alla ricerca della consapevolezza di sé). E’ un racconto iniziatico di perdita e di trasformazione: il patto… Psiche scopre Amore