La sua stanza era piena di giochi.
Ce n’erano per tutti i gusti e di tutte le fogge: bambole e bambolotti, lavagne e gessetti colorati, chiodini di plastica, pentole e fornelli, …ma ciò che più la divertiva era andare sull’altalena.
Questa passione era nata in Federica fin dai primi mesi di vita, quando la nonna, portandola al Villaggio della Gioia a vedere le caprette e gli agnellini che pascolavano, si soffermava con lei nel parco per godersi l’aria salubre dei pini.
La piccola le si aggrappava stretta strettae insiemesi abbandonavanoal rilassante dondolio dell’altalena. Quando poi giungeva il momento di andarsene,Fefè – così veniva soprannominata familiarmente Federica – cominciava a frignare, per poi sbottare in un sonoro pianto, allorché la nonna la sedeva nel passeggino per riportarla a casa.
Voglio guardare in faccia la luna