Capitolo 1 – La bambina che non sapeva volare
C’era una volta una bambina di nome Carola.
Aveva occhi grandi e curiosi, e una fantasia che correva veloce come il vento. Amava i colori, le storie e gli animali, ma c’era una cosa che la faceva sentire diversa dagli altri: quando leggeva, le lettere non stavano mai al loro posto. Saltavano come cavallette, giravano su se stesse come trottole dispettose, si scambiavano di posto come gemelli birichini.
Carola ci provava, davvero. Ma ogni volta che sbagliava a leggere o a scrivere, i compagni ridevano. Lei abbassava lo sguardo e mormorava tra sé:
«Forse sono stupida…».
Non lo diceva a nessuno, ma dentro il suo cuore cresceva un mostro invisibile fatto di vergogna e paura. Quel mostro si chiamava Sfiducia, e sussurrava continuamente: «Tu non ce la farai mai».
Capitolo 2 – L’arrivo della Maestra Paola
Un giorno, nella sua scuola, arrivò una nuova insegnante: si chiamava Paola.
Aveva i capelli raccolti in uno chignon elegante e gli occhi dolci che brillavano come due stelle. La prima volta che entrò in classe, non si mise subito a parlare di compiti e lezioni. Guardò tutti i bambini e disse:
«Ognuno di voi è un seme speciale. E io sono qui per aiutarvi a crescere».
Carola la fissò incuriosita. Nessun adulto aveva mai parlato così.
Capitolo 3 – Le lettere ballerine
Il primo giorno in cui Carola dovette leggere ad alta voce, la paura la paralizzò. Le lettere iniziarono a danzare sulla pagina. Alcune cadevano come birilli, altre scappavano nelle righe sotto.
La voce le tremava, finché sbottò:
«Mi dispiace, ma io non ci riesco… sono dislessica, quindi… quindi forse non sono come gli altri».
La classe ammutolì. Tutti aspettarono che la maestra Paola la rimproverasse o cambiasse argomento. Ma lei si avvicinò, si chinò accanto al banco di Carola e sorrise:
«Carola, tu non sei stupida. Sei una bambina che vede le parole in modo diverso. E questo non è un difetto, è un dono. Devi solo imparare ad allenare le tue ali».
Carola la guardò stupita:
«Ali? Io non ho le ali…».
«Non ancora» rispose la maestra. «Ma le costruiremo insieme».
Capitolo 4 – La matematica che balla
La settimana dopo, la maestra Paola presentò un problema di matematica. Carola si preparava già a disperarsi, quando la maestra prese un gessetto colorato e disegnò alla lavagna dei buffi omini che saltavano da un numero all’altro.
«Vedete? I numeri non sono rigidi. Hanno gambe per muoversi, sorrisi per incoraggiarci. Guardate come si divertono a trovare la soluzione insieme».
La classe rise, e anche Carola si mise a ridere. Per la prima volta, la matematica non le sembrava più un mostro, ma una danza allegra.
Capitolo 5 – I Sumeri e i primi segni
Un giorno di storia, Paola raccontò dei Sumeri, il popolo che inventò la scrittura.
«All’inizio non c’erano le lettere come oggi. Scrivevano con simboli semplici, quasi disegni. Ogni segno raccontava una storia».
Carola spalancò gli occhi.
«Quindi… anche loro all’inizio sbagliavano?»
«Certo» rispose la maestra. «Tutti abbiamo iniziato con piccoli segni. Persino i più grandi hanno avuto bisogno di tempo per imparare».
Carola si sentì più leggera. Forse anche lei poteva inventare i suoi modi per capire e ricordare.
Capitolo 6 – Dante e il viaggio nei mondi
Quando la maestra iniziò a parlare di Dante Alighieri, trasformò la lezione in un’avventura.
«Chiudete gli occhi» disse. «Immaginate un uomo che viaggia tra boschi bui, cieli stellati e montagne di luce».
Carola chiuse gli occhi e vide le immagini come in un film. Le parole, invece di confonderla, diventavano porte per mondi magici.
«Forse… posso viaggiare anch’io» pensò.
Capitolo 7 – Il foglio magico
Un pomeriggio, la maestra Paola consegnò a Carola un foglio bianco e una matita a forma di piuma.
«Scrivi quello che vuoi. Non importa se le lettere scappano. Ogni errore sarà un trampolino».
Carola scrisse piano: «Io so volare».
Le lettere erano storte, alcune invertite, ma la frase brillava.
La maestra rise felice: «Hai già iniziato a spiccare il volo».
Capitolo 8 – Il mostro della Sfiducia
Una notte, Carola sognò il mostro che viveva dentro di lei. Era grande, scuro, e le diceva: «Non ce la farai mai».
Ma alle sue spalle comparve la maestra Paola con un paio d’ali di luce.
«Carola, affronta il mostro. Guardalo negli occhi e digli chi sei».
La bambina tremò, poi gridò:
«Io sono dislessica, non sono stupida!».
Il mostro si sgretolò in mille scintille, che si trasformarono in stelle.
Capitolo 9 – L’annuncio in classe
Un giorno, alla fine delle lezioni, Carola salì sulla cattedra con il cuore che batteva forte.
«Devo dire una cosa» annunciò. «Io sono dislessica. E non me ne vergogno più. Non sono stupida: ho imparato a volare».
La classe restò in silenzio, poi esplose in un applauso enorme. Alcuni compagni che prima la prendevano in giro si avvicinarono per abbracciarla.
La maestra Paola, con gli occhi lucidi, capì che Carola aveva conquistato la vittoria più importante: la fiducia in sé stessa.
Capitolo 10 – Le ali invisibili
Da quel giorno, Carola non vide più lettere dispettose, ma piccoli aquiloni colorati.
Ogni libro era un cielo da esplorare, ogni numero una danza da imparare, ogni errore un trampolino per saltare più in alto.
E quando, ormai grande, qualcuno le chiese:
«Chi ti ha insegnato a volare?»,
Carola sorrise e rispose:
«La mia Maestra Paola».
Morale della fiaba
Questa è la storia di Carola, ma potrebbe essere la storia di tanti bambini e bambine che credono di non valere abbastanza.
La dislessia non è una catena, è solo un modo diverso di guardare il mondo.
Con l’aiuto giusto, la pazienza, la fiducia e tanto amore, ogni bambino può scoprire le proprie ali e spiccare il volo.
Perché non conta leggere senza errori: conta imparare a credere in sé stessi.
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