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colibri-farfalla

Il colibrì e la farfalla

Nella foresta, equatoriale, il, sole caldo il suo cielo,
non vuol salutare, tra le piante un piccolo animale,
vola elegantemente, tra svolazzanti farfalle, il colibrì’
loro amico di ogni di’.

–Piccolino sempre puntuale, 
esclama,una grande farfalla, -risponde l’animale
ho fame ho caldo,odio il temporale.- Datti pace per oggi, 
non verrà a disturbare,

Il colibrì e la farfalla

Non è solo l’usignolo.

Il cielo minaccia, è grigio, là nel verde esce l’usignolo, 

ascolta i rumori attorno a sé; cibo sempre non c’è.

Non è solo l’usignolo, in questa avventura ove lo, 

destina madre natura. Ecco il passero si avvicina, 

con un breve volo,pare capire una sonora melodia,

così tra note e malinconia, segue quella via.

Non è solo l’usignolo.

Robot e il buio

Nella città computerizzata, ogni azione sperimentata, solo la luce non arrivata.

Il buio, a sera arriva presto ed è buio pesto.

Strano però come sia semplice, far scorrere l’acqua, sfiorando il rubinetto.

Battendo le mani far avvicinare un mobile, il letto.

Toccare il muro poiché sia apra un porta.

Tutto questo, accade, già c’è ma luce dov’è I Robot, sono opere di inventori, strani signori, ora, la formula il suo ignora?

Robot e il buio

Pierrot e Luna

C’era una volta un giovane triste e solo, romantico, a Carnevale vestiva la sua blusa e suonava la chitarra.

Per tutti era Pierrot ma si chiamava Giovanni.

Era un attore. Luna era una domestica, dolce e gentile, bionda esile, minuta nei lineamenti, Luna non era innamorata del nostro attore, ma di un giramondo, che a casa non era quasi mai; Pierrot soffriva e cantava per lei.

Il giorno di Carnevale, Luna uscì in strada cadde a terra, le si sganciò un bracciale, in quel momento Luna si accorse del volto di quella maschera triste e dolce, impersonata da Giovanni. 

Pierrot e Luna

Il gigante che non poteva crescere.

Nella grande valle di Fu, c’era un gigante, che non poteva, crescere piu’.

I giganti della vallata, fin da piccoli, crescono, piu’ di un uomo; fino a diventare adolescenti ed adulti.

Victor è rimasto bambino, un bambino normale. Non poteva però rimanere nella sua dimora nella sua valle.

“Ora che succederà?”, “Dovrai andare via di qua, sono tante le vallate forse un giorno mi rivedrai, se non ti allontanerai ti perseguiteranno!”  rispose mamma.

Il gigante che non poteva crescere.

La fata nella nocciola

E’ tutta sola,Lola,
la fata della nocciola
ma si consola.

Delicata, bionda carina
è la fata, della brina.

Nutrita da scoiattoli, circondata da usignoli,
dai loro voli.
Saltella trai fiori tra mille colori,

E’la fata dell’ arcobaleno,
del cielo, sereno,
della gioia della serenità.
Fin’ora nessuno l’ha vista, la vedrà

La fata nella nocciola

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