Lo scoiattolo burlone
Uno scoiattolino di nome Cip, che viveva in montagna, era solito fare scherzi agli altri abitanti del bosco. Non c’era giorno che non venisse sgridato dalla sua mamma per uno scherzo che aveva fatto. A… Lo scoiattolo burlone
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "scoiattolo", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
Uno scoiattolino di nome Cip, che viveva in montagna, era solito fare scherzi agli altri abitanti del bosco. Non c’era giorno che non venisse sgridato dalla sua mamma per uno scherzo che aveva fatto. A… Lo scoiattolo burlone
La pioggia cadeva a scoscio lungo la collina dilavando i prati scoprendo le tane invadendole . Quattrocchi la talpa uscì disperata e come poté si rifugiò tra le radici di una grossa quercia . ”… Una tana sicura
C’era una volta, proprio un vero bosco di alberi selvatici di alto fusto e di arbusti, suffruttici ed erbe che più propriamente ne costituivano il sottobosco ed un’ estensione di querce, abeti e tantissime altre… Lo scoiattolo bombardiere e la notte di Halloween
Una giorno una tartaruga se ne andava tranquilla per la sua strada, quando lungo il tragitto si imbatté in uno scoiattolo il quale gli chiese: “Dove vai bella tartaruga? Con questo passo non arriverai mai… Lo scoiattolo e la tartaruga
Sopra un albero c’era una mela rossa. Era matura, lucida , croccante e profumava di fiori.
Aspettava impaziente il suo amico Roberto per giocare a nascondino tra le foglie secche .
All’improvviso arrivò un temporale e la mela si spaventò terribilmente.
Uno scoiattolo gentile, che si chiamava Robin, vide che la mela era spaventata e la invitò nella sua tana .
Lo scoiattolo preparò una tazza di tè con ghiande e la mela la bevve molto volentieri.
In un bosco buio è solitario, sempre coperto di neve, la primavera col sole non arrivava mai
in quel bosco c’èra la casa di tre sorelle tutte streghe, chiamate Pim Pom Pam
erano molto brutte, non uscivano mai da quella casa perchè molto cattive
odiavano il giorno e la primavera e il  sole, chiudevano tutte le finestre quando spuntava l’alba
volevano stare al buio
Tutto il giorno preparavano degli intrugli velenosi con tutti gli insetti che circolavano in quella casa sporca e puzzolente
la pentola bolliva sempre, ogni strega aveva il suo compito assegnato
Pip la più grande strega era quella  più brava a catturare gli animali, Pop molto attenta nel cucinarli e la più piccola Pap era quella sempre distratta  e dimenticava tutto
Una volta smarri’ la sua testa
che poi fu trovata dentro il frigo insieme al formaggio
Era l’epoca in cui il cielo, ancora giovane e con poca esperienza, reagiva a violente esplosioni di collera e riversava quantità enormi di neve senza preoccuparsi di nulla, solo per mostrare al mondo quanto fosse potente.
Sul grande lago ai piedi della montagna nevicò dunque per giorni e giorni. Tutto era coperto da uno spesso tappeto bianco, fitto come una coltre di nuvole.
Per gli animali era sempre più difficile trovare un rifugio e tutti si chiedevano se il bel tempo sarebbe mai tornato.
Una notte, lo scoiattolo fece un grande sogno. L’orso metteva in un sacco tutto ciò che trovava sul suo cammino: bacche selvatiche, funghi, muschi, miele. E il sole brillava alto su di lui, e come brillava!!
C’era una volta un grosso corvo soprannominato da tutti gli animali Pontecorvo. Il perché di tale nome derivava dal fatto che permetteva di realizzare una sorta di ponte con le fronde degli alberi; egli, infatti, posandosi su un ramo lo faceva abbassare, grazie al suo peso, tanto quanto bastava per farlo avvicinare a un altro posto dall’altra parte del fiume. In questo modo creava così un passaggio che era molto comodo a tanti scoiattoli del bosco che lo usavano come scorciatoia; così ogni volta che dovevano oltrepassare il corso d’acqua non facevano altro che chiamare il corvo.
Un giorno, come accaduto tante altre volte, si sentì urlare «Pooontecooorvo mi faresti passare?» e poco dopo si vide il corvo uscire dal suo nido per vedere chi si permetteva di convocarlo, e scocciato rispose «Chi è che disturba il mio riposo?».
Mirò è uno dei tanti abitanti del bosco di Caidate, un piccolo paesino vicino Varese. Chi ha avuto la fortuna d’incontrarlo, e succede proprio raramente, pare l’abbia descritto come un esile gnomo biondo, con lunghi capelli e orecchie a punta, i suoi piedi sono più lunghi delle orecchie e, le sue scarpe appuntite, lo sono ancor di più, quasi come le dita delle sue mani.
Indossa pantaloncini neri sopra una calzamaglia azzurra, una giacca rossa con le frange e un cappello-campanello a quattro punte color arcobaleno che suona a tutto “drin”, sia quando è allegro o preoccupato, sia quando semplicemente, si china in avanti per guardare le punte delle sue scarpe. Lui vive felice nella sua casetta bianca e rossa, un grande fungo amanita con l’ ingresso sul gambo.