Il Pastore
Nelle montagne del Gennargentu, nel bel mezzo della Barbagia, un giovane decise di iniziare l’allevamento di pecore, e fin qui non c è niente di strano, contro tutto e tutti fece arrivare le pecore dall’arcipelago… Il Pastore
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "pastore", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
Nelle montagne del Gennargentu, nel bel mezzo della Barbagia, un giovane decise di iniziare l’allevamento di pecore, e fin qui non c è niente di strano, contro tutto e tutti fece arrivare le pecore dall’arcipelago… Il Pastore
Il pastore Dino aveva cercato per tutto il giorno sei delle sue pecorelle che si erano smarrite. Giunta ormai la sera era ritornato al resto del gregge molto deluso e triste, con un peso dentro… Soloinsieme
Un giorno il pastore Luca trovò una pecora con una zampa ferita, perciò la curò.
Allora il pastore portò la pecora nel suo gregge, però un giorno il pastore si rese conto che la pecora dormiva continuamente perciò la abbandonò nel bosco, ma la pecora era furiosa, ma così tanto che all’improvviso opra di essa si formò un gigantesco uragano e intorno una tempesta minacciosa e un forte tuono colpì la pecora e l’animale come per magis incominciò a parlare e da quel momento decise di venticarsi del pastore.
Così magicamente incominciò a cavalcare una nuvola e raggiunse il gregge del pastore e liberò tutte le pecore e apprena il pastore vide quel che stava succedendo raggiunse la pecora malefica che ad un certo punto gli disse “tu, pastore malefico dopo avermi trovsto e curato, mi hai abbandonato sola e infreddolita, meriti una punizione” così come per magia la pecora fece ammalare il pestore e la pecora se ne andò.
La fiaba è interpretata in LIS da Angela.
“[…] C’era una volta un pastore con le sue cento pecore.
La mattina il pastore apriva il cancello e le pecore uscivano. Le contava ed erano cento.
Pascolavano, mangiavano fino a sera, ma quando il pastore apriva il cancello e le contava erano novantanove … come è possibile?[…]”
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Un pastorello conduceva ogni giorno le sue pecorelle a pascolare.
Si annoiava molto e così decise di fare uno scherzo a tutta la gente del villaggio.
“Aiuto… al lupo al lupo!”.
Cominciò allora a gridare con quanto fiato aveva in gola.
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Molti anni fa viveva nella steppa un allevatore di bestiame di nome Gajan.
Aveva una bellissima figlia, Miriam. La fama della sua bellezza si era sparsa anche in paesi lontani. Quando compi diciotto anni, il padre pensò di darle marito. Le chiese:
– Mia cara figlia, che uomo desideri sposare?
– Un uomo che sia al tempo stesso il più ricco e il più povero – rispose Miriam.
Gajan mandò in giro per tutta la regione i suoi servitori perché facessero conoscere ai giovani il desiderio di Miriam, e perché coloro cui la notizia interessava si facessero avanti.
Viveva una volta, su su in cima ad una montagna lunga e grigia, un pastore di nome Ambrogio che era tanto, tanto buono.
E un giorno, mentre faceva abbeverare le sue pecore ad un ruscello, vide muovere le frasche di un cespuglio e poi sentì un leggero, ma cupo lamentìo. Impaurito, si avvicinò pian piano e, facendosi spazio con le sue docili mani grosse, vide un cucciolo di lupo ridotto male; lo prese con garbo, poi lo avvolse in un pezzo di panno e lo ficcò per un po’ sotto il suo lungo mantello, fatto di sacchi e funicelle.
Dopo un po’ lo riprese per rivederlo ed il cucciolo di lupo gli fissò addosso gli occhietti malati e pareva che volesse chiedere qualcosa: non aveva mai visto un uomo!
Sono la pecora numero settantadue. Lo so con certezza perché questo è il numero dipinto con la vernice sul mio posteriore. Per facilitarsi il compito di contare le pecore, il pastore ha scritto un numero sul dorso di ogni pecora. Così so anche che siamo in cento.
La numero cento è una pecora che stilla boria da ogni ricciolo di lana. Credo abbia il numero cento solo perché è quella con il di dietro più grosso.
Ma io sono la settantadue. Significa che non sono tra le prime quando il gregge si muove, né sono tra le ultime. Sto in mezzo, affogata nella mediocrità assoluta. In realtà non sono nessuno. Sono sfruttata, come le altre: portano via la lana, il latte e anche gli agnellini. Sono un animale. Servo a produrre e basta. Ho lo stesso valore dello steccato dell’ovile.
In un paese lontano esiste un tesoro fantastico: il tesoro delle streghe.
Ma trovarlo non è facile perchè si trova in un sotterraneo di un buio e nero castello, dietro a una grande porta di ferro sulla quale sta di guardia la Strega Nera, la regina di tutte le Streghe.
Il primo giorno d’estate la Regina nera apre la porta di ferro per sette minuti e allora è possibile vedere l’immenso tesoro.
Chi ha il coraggio di stare con ragni velenosi, tarantole, ragnatele, pippistrelli, gufi, civette e barbagianni che custodiscono il tesoro in quel sotterraneo, potrà entrare nella stanza e portar via tutto l’oro che vuole.
Le favole non son soltanto favole,ma quasi una moral sono ristretta.Coloro che s’annoiano alla predicaascoltan di buon cuor la barzelletta. Contare per contar è cosa semplice,ma al ben mirano quei, che in tutti i tempicoltivaron… Il pastore e il leone
Un Pastor sen vivea felicementedel suo gregge da un pezzo in riva al mare,e s’anco non avea da scialacquare,di quel poco vivea sicuramente. Ma la vista di tanti bei tesori,che ogni giorno sbarcavan sulla sponda,tanto… Il pastore e il mare