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Tutte le fiabe che parlano di "notte"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "notte", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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I fiori della felicità

C’era una volta un bosco che non era un bosco qualsiasi, ma un bosco nel quale gli alberi, i sassi e gli animali  parlavano come gli esseri umani. C’è anche da dire, però, che questo avveniva solamente di notte. Di giorno era un bosco come tanti altri.

 In quel bosco nessuno ci aveva mai messo piede in quanto i suoi confini erano segnati da spessi rovi spinosi che scoraggiavano chiunque ad avvicinarsi.

Nel paese, in fondo alla valle, si diceva che in quel bosco crescesse il fiore della felicità e che chiunque fosse riuscito a toccare tale fiore sarebbe stato felice per tutta la vita. Come si potrà immaginare tantissime persone si erano messe in cammino per entrare in quel bosco in cerca di quel fiore speciale. Le persone arrivavano piene di entusiasmo e portavano con sé anche delle falci e delle accette per abbattere i rovi, poichè sapevano quanto erano spessi, intricati e pungenti.

I fiori della felicità

sorriso-mamma

Il sorriso della mamma

Dormi dormi piccolina, c’è la mamma qui vicino,
ti rimbocca le coperte e ti aggiusta anche il cuscino.

Quando il sonno poi ti prende lei ti bacia sulla fronte,
ti promette sogni belli con le fate dei castelli.

Piano piano va in cucina e ti prepara una tortina,
che tu mangerai con gusto al risveglio domattina.

Giù dal letto farai un salto,quando il sole sarà alto,
il profumo della torta sentirai già dalla porta.

Il sorriso della mamma

sogni-oro

Sogni d’oro

Ninna nanna, ninna nanna

bel monello della mamma,

fai un bel sogno, dormi, dai,

niente di brutto sognerai;

dormi al caldo, al calduccio,

con in bocca il tuo bel ciuccio;

sogna sole, luna e stelle,

sogna solo cose belle;

Sogni d’oro

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La befana non viene di notte

Ma chi ha detto che viene di notte, e tiene le scarpe tutte rotte?
Io l’ho vista di giorno in centro, e guidava una cinquecento.
Poi si è fermata a un divieto di sosta,
è scesa di corsa, andava di fretta … aveva stivali di pelle rossa.

Al posto del sacco, una gran borsa, tutta griffata e “maculata”;
gli occhi tirati, un seno … rifatto e un nasino tutto all’insù.
E tu la vuoi chiamare “befana “una che gira conciata così?
Io l’aspetto al divieto di sosta: la invito al bar, le pago una pizza
e poi … le faccio una bella proposta!

La befana non viene di notte

geografia-letto

La geografia a letto

 

In una casa come tante di un paese come tanti, tutte le mattine, un bambino si alzava dal letto.
 
Michelino era il nome di un corpicino piccinino piccinino, con due grandi occhi ed una cascata di riccioli in testa. E ogni mattina, come tutti i giorni, Michelino lasciava una chiazza bagnata sul materasso.          
 – Ehi, mamma, quella cos’è?         
 – E’ una chiazza quasi a forma di cuore. Manca solo il lembo destro. Somiglia all’Africa …         
 – L’Africa? Che cos’è l’Africa?          
 – E’ un grande spazio di terra pieno di alberi e piante di ogni tipo. E c’è anche un mare di sabbia che si chiama deserto. In Africa è nato il primo uomo ed oggi ci vivono animali di ogni specie. Leoni, tigri, gazzelle, elefanti. E ci sono tanti bambini bellissimi, che non mangiano tutti i giorni ma si vogliono bene, giocano, ridono e qualche volta litigano, come i loro piccoli coetanei di tutto il mondo.

La geografia a letto

serpente-superbo

Il serpente superbo

C’era una volta un serpente che credeva di essere la serpe più vorace della foresta, e per dimostrarlo divorava tutto quello che gli capitava vicino, dai piccoli uccelli, ai grandi mammiferi, addirittura si vantava di aver ingoiato un bufalo intero, fin quando girò la voce di un altro che era riuscito a ingerire un elefante adulto.

«Non ci posso credere, ma quanto era grande» chiese con vivo stupore il serpente a un suo amico.

«Dicono che fosse grande quanto quattro bufali, e che per ingoiarlo tutto avesse impiegato un mese» gli rispose l’amico.

«Sì ma le zanne? Io ho mangiato il bufalo con tutte le corna, ti ricordi vero?».

Il serpente superbo

banca-sogni

La banca dei sogni

In questa fiaba intendo spiegare che quando qualcuno si sveglia e non si ricorda un sogno, non è che non se lo ricorda ma è perché ha finito completamente i sogni. Vi racconto una fiaba a questo proposito.

C’era una volta una bambina molto piccola,di 4 anni, che andava al secondo anno di Scuola Materna, si chiamava Beatrice.

Aveva una famiglia di tre persone: mamma, papà e sorella di 11 anni che andava in prima media, si chiamava Francesca.

Beatrice era molto solare, allegra e spensierata, ma ultimamente i suoi pensieri erano oscurati da un incubo: aver finito i sogni.

Infatti era così ogni notte; Beatrice piangeva, urlava, dicendo che aveva finito i sogni. Ogni notte questo si ripeteva e non c’era modo di calmarla!

La banca dei sogni

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Il bacio degli innamorati Fenicella e Cristallo

Questa è la storia dell’amore tra Fenicella, erede al trono del regno del fuoco, e Cristallo, figlio unico dei ghiacci. Fenicella non era altro che fuoco vivo, raffigurato in forme femminili, di una tale intensità che ogni cosa bruciava in un istante al suo cospetto. Venne alla luce dopo una tremenda eruzione vulcanica, nelle cui profondità ebbe la sua gestazione. Di contro Cristallo, dall’apparenza di un uomo completamente bianco quasi trasparente, congelava in un baleno tutto ciò che toccasse, viveva perpetuamente sulle cime delle montagne più alte ove nacque, con la desolazione come sua unica compagna.

Il primo incontro dei due avvenne per caso, dopo un incendio di un bosco posto a confine con i ghiacci perenni, e in entrambi scattò subito un’allucinante voglia di rivedere quella strana figura così tanto diversa.

In quell’occasione solo gli sguardi poterono incrociarsi per pochi ma lunghissimi istanti, ma furono sufficienti a che Fenicella rimase immobile come gelata dalla vista di Cristallo, e quest’ultimo sentire un improvviso ardore nel proprio corpo.

Il bacio degli innamorati Fenicella e Cristallo

mondo-buio

Il mondo ed il buio

Sapete, un tempo il mondo era fatto solo di luce. Raggi luminosi scendevano dal cielo e accarezzavano ogni cosa, dando ad ognuna un colore diverso. Qualcuno dice che è da questo fenomeno che nacque la parola uni-verso. Unico e diverso. E questa luce regnava senza rivali: la notte non esisteva, e neppure l’ombra. Neanche una piccola piccola, neanche di quelle che si sfilano dai bambini che volano.

Poi successe qualcosa di… misterioso e strano. Qualcosa di così misterioso che nessuno sa cosa sia. Ci studiarono sopra scienziati, professori, cervelloni, storici, ma nessuno ne venne a capo. Fatto sta che qualcosa successe e, dopo questa cosa, il mondo non fu più fatto di sola luce.

Il mondo ed il buio