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Tutte le fiabe che parlano di "morte"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "morte", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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Genitori di neve

C’era una volta una bambina che un giorno perse entrambi  i genitori in un brutto incidente. Fu deciso che andasse a vivere con gli zii materni, così Gemma, questo era il suo nome, si trovò… Genitori di neve

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Il bambino che amava il Natale

Inverno 1898.

Mancavano pochi giorni al Natale a Francoforte.

Le luci colorate degli addobbi facevano da cornice ai negozi lungo le vie del centro di quell’incantevole città.

I profumi di cioccolate calde e biscotti natalizi appena sfornati provenivano dalle graziose pasticcerie.

La gente camminava per le strade, avvolte da lunghi cappotti e sciarpe di lana per coprirsi dalla temperatura gelida, godendosi quella magica atmosfera.

Queste erano le emozioni e le sensazioni che percepiva il piccolo Werner guardando il quadro nella sua cameretta, davanti al quale era solito sognare.

Il bambino che amava il Natale

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Il lupo e la guerra

C’era una volta, un bellissimo cucciolo di lupo dagli splendidi occhi viola e il pelo color del miele di nome Scheggia. Allegro, paffuto e pieno di vita, la creatura cresceva accanto ai suoi genitori all’interno del suo branco fiero e orgoglioso, imparando le leggi che regolavano la natura, pronto un giorno a divenire anch’egli un lupo adulto forte e responsabile, capace di dirigere un gruppo suo.

Ma di colpo una mattina, al far dell’alba, mentre tutti gli animali della foresta erano ancora addormentati e il cielo si stava lentamente aprendo coi suoi tenui colori, un boato enorme fece tremare ogni cosa e svegliatisi di soprassalto sotto i colpi inferti dalle granate, a far sussultare il suolo e scuotere gli alberi alle radici facendoli cadere uno ad uno, le bestie sgomente si guardarono impaurite, percependo l’odore acre dell’Uomo venire a disseminare penuria e morte.

Il lupo e la guerra

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La bambola di stoffa

La nonna Tressa era molto povera, non poteva comprare un regalo alla sua cara nipotina Celeste per il suo decimo anno.

Così con tanti pezzettini di stoffa gli cucì una bambolina con ago filo e tanto amore, ma prima di dargliela in regalo scrisse su un foglio di carta un messaggio che nascose dentro l’orlo del vestitino della bambolina.

Questa bambola è di pezza
ma ha un cuore grande
ti sarà sempre vicino quando tu lo vorrai,
la tua nonna Tressa

Per il giorno del compleanno la nonna regalò la bambolina, ma Celeste non ne fu contenta anzi, la buttò in fondo al baule insieme alle cose vecchie ..

Lei aveva ricevuto dei regali molto più bellim quella bambola era veramente molto brutta!

Molti anni dopo la nonna che era molto vecchia morì.

Tressa, ormai grande ed anche lei nonna, ripensò alla sua nonna e alla sua bambola brutta, la cercò e la trovò in fondo al baule, dimenticata da molto tempo, la prese in mano la guardò è si accorse che poi non era tanto brutta se la strinse forte al petto.

La bambola di stoffa

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La storia del viandante, il cane e il cavallo

C’era una volta, in un tempo lontano e in un luogo indefinito, un uomo di nome Giosafat.

Quest’uomo non aveva famiglia, non una compagna, non dei figli ed i suoi unici amici erano un cavallo di nome Diamante e un cane di none Luce, entrambi di sesso e razza indefiniti, ma erano i suoi amici, coloro che lui amava e che lo amavano: i soli.

L’uomo amava a tal punto i suoi amici che mai avrebbe osato cavalcare il cavallo (e tantomeno il cane).

La storia del viandante, il cane e il cavallo

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La piccola fiammiferaia // Audio fiaba

[…] Faceva un freddo terribile, nevicava e calava la sera – l’ultima sera dell’anno, per l’appunto, la sera di San Silvestro.

In quel freddo, in quel buio, una povera bambinetta girava per le vie, a capo scoperto, a piedi nudi. Veramente, quand’era uscita di casa, aveva certe babbucce; ma a che le eran servite? Erano grandi grandi – prima erano appartenute a sua madre, – e così larghe e sgangherate, che la bimba le aveva perdute, traversando in fretta la via, per iscansare due carrozze, che s’incrociavano con tanta furia…

Una non s’era più trovata, e l’altra se l’era presa un monello, dicendo che ne avrebbe fatto una culla per il suo primo figliuolo. […]

Clicca su “Leggi tutto” per ascoltare la fiaba.

La piccola fiammiferaia // Audio fiaba

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La leggenda della tigre Kalkin

Dedicato a Diane Fossey, Fateh Singh Rathore e Richard O’Barry, eroici custodi e difensori dei gorilla di montagna, delle tigri e dei delfini. Si racconta che nella più antica jungla dell’India, Vishnu, il Signore di tutte le creature viventi, si è nascosto per risolvere i mali del mondo e ristabilire il Dharma, l’ordine della Natura.

Da quando l’Uomo si crede l’essere più potente del pianeta Terra, l’ordine cosmico è in pericolo.

Il collo di Vishnu è adorno di una ghirlanda fatta con tutti gli esseri viventi dell’Universo.

Nessuno di essi può vivere senza tutti gli altri e se l’Uomo insisterà nella sua vana presunzione, una perla della sacra collana di Vishnu si sfilerà e tutto il mondo cadrà nell’abisso di Mara, il Dio della Morte. Per ristabilire l’armonia della vita, Vishnu, chiamò nella foresta del Karnataka, uno dei suoi potenti Avatara: Kalkin.

La leggenda della tigre Kalkin

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L’usignolo e la rosa

– Ha detto che ballerà con me se le porterò delle rose rosse – si lamentava il giovane Studente – ma in tutto il mio giardino non c’è una sola rosa rossa.

Dal suo nido nella quercia lo ascoltò l’Usignolo, e guardò attraverso le foglie, e si meravigliò:

– Non ho una rosa rossa in tutto il mio giardino! – si lamentava lo Studente, e i suoi begli occhi erano pieni di lacrime.

– Ah, da qual sciocchezze dipende la felicità! Ho letto gli scritti di tutti i sapienti, conosco tutti i segreti della filosofia, ciononostante la mancanza di una rosa rossa sconvolge la mia vita!

– Ecco finalmente un vero innamorato – disse l’Usignolo. – Notte dopo notte ho cantato di lui, nonostante non lo conoscessi: notte dopo notte ho favoleggiato la sua storia alle stelle, e ora lo vedo. I suoi capelli sono scuri come i boccoli del giacinto, e le sue labbra sono rosse come la rosa del suo desiderio; la sofferenza ha reso il suo volto simile a pallido avorio e il dolore gli ha impresso il suo sigillo sulla fronte.

L’usignolo e la rosa