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Tutte le fiabe che parlano di "biblioteca"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "biblioteca", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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Racconto noioso

Questa è la storia di un racconto noioso che nessuno riusciva a leggere fino alla fine.

Dopo le prime righe cominciavano tutti a sbadigliare e richiudevano il libro.

Il povero racconto era davvero triste perché si sentiva solo e abbandonato, e privo di utilità.

La situazione peggiorò nel momento in cui il libro venne relegato nello scantinato della biblioteca, allora sì che si scordarono tutti del racconto noioso. Sparì dagli scaffali e dai cataloghi, tanto non lo leggeva nessuno, e il libro finì per coprirsi di una fitta coltre di polvere.

Racconto noioso

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Il marchese dal mantello di zibellino

Abel e Rauol sono due gemellini molto svegli ma diversi tra loro. Vivono con la mamma che fa la sarta in un fatiscente casolare ai piedi di una rocciosa montagna dove, sorge una grande cascata le cui acque scorrono impetuose.

Ad Abel piace molto studiare è un bambino volenteroso e virtuoso vuole imparare tante cose e aspira a diventare un architetto molto in vista ma, per diventare un architetto deve studiare di buona lena e sacrificarsi per raggiungere gli obiettivi. Invece Raoul è sempre svogliato non piace affatto studiare per lui, è solo una perdita di tempo gli piace vagabondare da un posto a l’altro e correre come un capriolo per i sentieri delle montagne.

Abel, Raoul – grida la mamma – il vostro zainetto è pronto, ho riordinato i libri, andate a prepararvi ,fate colazione e dopo correte subito a scuola è tardi ed io devo andare a lavoro.

Abel il più giudizioso rispose – Arrivo mamma sono pronto per andare a scuola non vedo l’ora di incontrare i miei compagni e la mia cara affezionata maestra.

Il marchese dal mantello di zibellino

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Il dotto topino

Sono un piccolo topino
e se sporgo dal buchino
devo stare molto attento
perché provoco spavento

Scappan tutti con orrore
e mi viene il batticuore
a veder tanta paura
neanche fossi una sventura

Il dotto topino

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Fiabe in città

Questa storiellina è accaduta veramente, negli scaffali di legno di una piccola biblioteca di paese che quasi nessuno bazzicava più. Si sa che, al giorno d’oggi, i bambini preferiscono la tv, il computer ed i videogame ai libri, che sembrano invece testimonianze dell’antichità come i dinosauri, le piramidi o i primi arnesi degli uomini delle caverne. Nessuno legge più e i libri soffrono, anche se spesso non ce ne accorgiamo.

Un bel giorno, un bimbo chiamato Matteo, capitato per caso in quella biblioteca, prese un libro di fiabe, vecchio e polveroso, che nessuno apriva più da anni. Il povero libro aveva la copertina rosa dalle tarme, le uniche bestiole che frequentavano assiduamente gli scaffali della sala di lettura.

Fiabe in città

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In nocte Sancti Laurentii

Erano anni, forse dieci, forse cento, o chissà, che sulla terra nessuno aveva più visto il cielo. Non c’era più memoria del sole, della luna, delle stelle, dell’arcobaleno, delle nuvole, delle albe, dei tramonti. Tutto era avvolto in una nebbiolina grigia ed uniforme, satura di umidità. Persino il mare. Persino la brughiera (dicono che una volta esistessero i prati, ma, forse, si era persa la memoria anche di questi) e gli animali sembravano grigi, spenti da quell’atmosfera monotona, che rendeva il giorno tanto simile alla notte, il mattino al pomeriggio e alla sera. Ed erano grigie le città, i villaggi. Dicono che al principio, quando scomparve il sole, la gente, dipingesse di giallo, rosso, viola, verde, blu, arancio, lilla, rosa, azzurro, avorio, indaco, turchese i muri delle case.

In nocte Sancti Laurentii

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Il principe, la principessa e il magico libro dei volti

C‘era una volta, in un paese chiamato Lostelov, un regno a forma di cuore e proprio sulla punta di questo cuore sorgeva un castello. Gli era stata data questa forma perché rispecchiava la generosità e l’amore che il re e la regina avevano per i loro sudditi. Anche i cortigiani e gli abitanti del paese li amavano poiché non facevano mancare loro niente e tutti erano felici di stare al loro servizio. Tutti erano però un po’ tristi a causa del figlio del re, il Principe Josip, che non usciva mai dal castello a causa di una strana malattia: il suo cuore era così grande che gli si era ingrossato il petto. I medici, gli avevano detto che, se non fosse riuscito a far uscire tutto l’amore che vi era contenuto, sarebbe morto presto. Così, il Principe Josip stava quasi sempre davanti ad una finestra guardando il suo futuro e aspettando che qualcosa potesse aiutarlo a guarire.

Il principe, la principessa e il magico libro dei volti

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Galileo, il topino di biblioteca

In un angolino remoto e lontano, situato nella fantasia di un illustratore dilettante, viveva, in mezzo a tanti libri di favole e di fiabe, un topino di nome Galileo.

Galileo, fin da piccino, aveva contratto la passione per la lettura. Era follemente innamorato di tutte quelle storie dove si parla di principi, fate e folletti. Quando era preso da una storia appassionante, si dimenticava persino di mangiare, e con le unghiette delle sue minute zampine sfogliava, una dopo l’altra, tutte le pagine fino a che non arrivava a leggere l’ultima parola.

Galileo, il topino di biblioteca

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La leggenda di Piero e Sara

Sono sola nella mia stanza. Distesa su questo mio letto morbido e privo di calde coperte che mi hanno tenuto compagnia durante l’inverno. Fisso il soffitto costellato di stelline fosforescenti mentre stringo tra le mani una “penna” magica, una penna che dovrà darmi la forza di scrivere una storia mai sentita, una storia che si unirà a quelle di Tristano e Isotta, Lancillotto e Ginevra, Romeo e Giulietta ed infine Abelardo ed Eloisa.
E’ primavera. Fuori dalla finestra provengono grida di bambini che giocano a pallone. Se solo sapessero cosa ho visto e sentito, smetterebbero di far rimbalzare su e giù quella palla e muti come angeli mi ascolterebbero come se fossi un cantastorie medievale…….

La lezione del professore di filologia era appena terminata ed io stavo per andarmene quando all’improvviso sentii una voce alle mie spalle:
-“Signorina Lo Bianco, aspetti le devo parlare”
Mi girai di scatto un po’ stupita nel sentire la voce del mio professore che pronunciava il mio nome.
-“Ho letto ieri sera la sua ricerca e devo dire che mi ha colpito molto, tuttavia mi sono reso conto che lei non ha per niente citato un libro fondamentale per i suoi studi su Brinx”
-“Mi scusi professore, ma ho provato a cercare il testo al quale lei allude, nelle varie biblioteche che la nostra città offre, ma con risultati deludenti”.

La leggenda di Piero e Sara

fiabe

Il libro delle fiabe incompiute … /1

C’era una volta, tante volte in quel libro. Ma mai vissero felici e contenti. Non è che fossero storie tragiche, non sia mai, è che proprio nessuna finiva.

Era il Libro delle fiabe incompiute che nessuno aveva più il coraggio di narrare. Annoiavano tutte quelle storie con il capo, ma senza coda. Non si può, si deve rispettare la fiaba nella sua interezza. Non è che uno si alza la mattina e scrive fiabe che non finiscono mai.

Doveva essere un autore annoiato quello che le scrisse, o forse le raccolse, girando tutto il mondo per cercare fiabe che non finissero. E non è nemmeno possibile che ne nascondesse il finale, perché nessuno, proprio nessuno, aveva mai sentito come andassero a finire quelle fiabe.

Il libro delle fiabe incompiute … /1