Il Pastore

Fiaba pubblicata da: liberacarta

Nelle montagne del Gennargentu, nel bel mezzo della Barbagia, un giovane decise di iniziare l’allevamento di pecore, e fin qui non c è niente di strano, contro tutto e tutti fece arrivare le pecore dall’arcipelago ORCADI in Scozia, pecore belle rotonde pelo di color panna abituate a altra  temperatura,clima e pascolo e famose per la loro dieta ricca di alghe marine.

E così i primi venti capi di pecora scozzese, arrivarono in paese, tutti i pastori accorsero per vederle, incuriositi, chiedendo al neo pastore le caratteristiche e le qualità dì quelle pecorelle.

Ed Ernesto rispondeva con estrema sicurezza – “eccole belle paffutelle, pelo arruffato e morbidissimo, tra poco vedrete che latte e che formaggio”;

Ormai era passato qualche mese, e inizio la prima mungitura, ma hai me oltre a fare poco latte, era anche di qualità scadente neanche buono per fare dello yogurt;

Disperato Ernesto chiese aiuto, figuratevi se i pastori davano retta a quel giovane fanatico e presuntuoso. Nessuno gli diede attenzione, tranne Efisio uno dei più anziani, solitario, con il suo bel gregge di 100 capi compresi gli agnellini, i due arieti e naturalmente il pastore bianco che si confondeva nel gregge.

Portava di tanto in tanto a pascolare il suo gregge vicino alla cascata “ Sa Stiddiosa “ dove vi erano erbe e licheni buonissimi, che rendeva il latte delle sue pecorelle tra i migliori della Sardegna.

Persona altruista e generosa che era, decise di aiutare Ernesto dandogli due delle sue pecore, e mettere in atto la tradizione detta Sa Paradura (è tradizione tra i pastori della Sardegna, quando uno di loro si trova in difficoltà, gli rubano o gli muoiono dei capi, gli altri regalano al malcapitato alcune delle loro pecore tra quelle più belle e grasse, per riformare il gregge).

Anche se tutti gli altri pastori non erano d’accordo, Efisio, diede due delle sue pecore più belle a Ernesto.-“Tieni, prendi queste pecorelle e vedrai come migliorerà il latte”.

Le pecorelle scozzesi, non capivano il belare delle pecore sarde,ma iniziarono a seguirle ed imitarle ed a mangiare e brucare le erbe e i licheni, dimenticandosi  le alghe marine della loro terra di origine, delle quali erano golosissime.

In poco tempo il latte inizio a dare i suoi risultati, Ernesto entusiasta e riconoscente all’anziano e saggio pastore, per ringraziarlo della sua infinita generosità, assegno il nome al suo buon formaggio “Sa Stiddiosa”, facendo onore a Efisio e contribuendo a far conoscere in tutta la Sardegna la bellissima e particolare cascata di “Sa Stiddiosa”.



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