Il morso del Cammello

Fiaba pubblicata da: Oscar

Il dottore Mustafà Fafà era un astronomo.

Passava tutte le notti a scrutare il cielo con un’enorme cannocchiale.

Una notte puntò il cannocchiale verso la luna e rimase a bocca aperta. Qualcuno o qualcosa aveva dato un morso alla luna.

Lo studioso sperando di trovare il colpevole di tale scempio seguì con il cannocchiale il tragitto della luna. Quando il piccolo satellite cominciò a tramontare si avvicinò alla cime di un altissimo monte. Li c’era un cammello che come vide arrivare la luna allungo il collo e gli assestò un bel morso.

Senza perdere tempo il professore Mustafà Fafà accompagnato dal fedele servo Alì Bla Bla partì alla volta del monte che sorgeva in mezzo a un grandissimo deserto.

I due uomini viaggiarono giorno e notte. Giunti ai piedi del monte Mustafà Fafà si affrettò a raggiungerne la cima, dove trovò il cammello.

L’astronomo con urla e strepiti cercò di fare scendere la bestia.

Con un sussurro il cammello disse : – Uomo sei forse impazzito! Se continui a fare tutta questa confusione ci metti tutti in gravissimo pericolo-.

-Bestia senza cervello ( urlò l’astrologo), sei tu che ci metti tutti in grave pericolo se continui a mangiare le luna!-

-Se ti calmi ti spiego il motivo del mio comportamento e capirai perchè non devi fare tutta questa confusione-.

Mustafa Fafà si calmò e il cammello cominciò il suo racconto.

-Fin da piccolo ho sempre lavorato in una grande carovana che attraversava questo grande deserto trasportando preziosissime spezie. Un giorno la carovana fu investita da una violenta tempesta di sabbia. Quando ritornò il bel tempo io ero rimasto solo. Salii su questo alto monte nella speranza di ritrovare tracce della carovana. Stavo per scendere quando mi sono accorto che non mi trovavo su un monte ma su un gigantesco serpente addormentato. Per paura di svegliarlo sono rimasto quassù cercando di non fare nessun rumore. Quando scese la notte, la luna vedendomi qui fermo come una statua mi chiese cosa stessi facendo. Gli raccontai la mia triste storia e la luna si offrì d’aiutarmi. -Quando ti passo vicino allunga il collo e addentami, così volerai via con me.- Io feci quanto mi era stato detto, ma la luna era troppo morbida così ne staccai un pezzo-.

Finita al storia Mustafa Fafà perse definitivamente la calma e cominciò a urlare. -Non ho mai sentito tante sciocchezze, scendi subito da questo monte e lascia in pace la luna-.

La montagna tremò, l’astrologo e il cammello andarono a gambe all’aria, cercarono d’alzarsi quando la montagna guizzò verso l’alto. L’astrologo e il cammello furono scagliati in cielo e poi precipitarono sulla terra.

Quando il povero Mustafa Fafà tutto dolorante cercò di rialzarsi,  vide due enormi fauci aprirsi a pochi metri dalla sua faccia.

Uno scombinato urlo pieno di rabbia e paura spezzò quel drammatico momento. Il prode servo Alì Blablà avendo visto il suo padrone in pericolo era corso in suo aiuto. Roteando sopra la sua testa un piumino per la polvere, come se fosse un pesante spadone si mise tra il padrone e il gigantesco serpente. Sul muso del gigantesco mostro si dipinse un ghigno. Non gli era mai capitato di svegliarsi dopo un lungo sonno e trovare  tre bocconcini facili facili. Il serpente spalancò le sue grandi fauci ripiene di affilatissimi denti e si scagliò contro i poveretti. Alì Bla Bla protese verso il mostro lo striminzito piumino. Quando le soffici piume sfiorarono il muso del mostro questo esplose in una incontenibile risata, il mostro per fortuna soffriva di solletico, così Mustafa Fa Fa e Ali BlaBla ebbero il tempo di salire in groppa del cammello e mettersi in salvo.

Oggi alla fine di questa storia Mustafa Fa Fa continua a scrutare il cielo con il suo enorme cannocchiale, tenendo sempre sotto stretta sorveglianza la tenera luna, il prode servo Ali Blà Blà combatte la polvere con un nuovo piumino e il cammello passa le sue giornate raccontando la storia di come avesse sconfitto il più grande serpente del deserto.



Contenuti suggeriti: