Il profumo del paradiso
Fiaba pubblicata da: Dora
Beniamino era un bambino con un animo dolcissimo, buono e particolarmente sensibile. Quel giorno, si trovava al capezzale della madre morente.
“Non devi essere triste” le diceva la donna per rincuorarlo e rassicurarlo sfiorandogli dolcemente il capo sforzandosi di sorridere “Andrò in Paradiso che è un posto bellissimo”.
Il piccolo però sembrava preoccupato e non convinto da quelle parole.
“Ricorda inoltre, che io ti starò sempre accanto. Ti basterà chiudere gli occhi e mi sentirai vicino a te”.
“Mamma, com’è fatto il Paradiso?” domandò curioso.
“Devi sapere, che è pieno di fiori profumati e ci sono grandi nuvole bianche, soffici come batuffoli di cotone, sulle quali le persone si riposano al sole”.
Il bimbo perplesso chiese: ”Come fanno i fiori ad arrivare in cielo?”.
“Li porta il vento” rispose la madre “E’ per questo che noi li coltiviamo, così quando ne ha bisogno, li può prendere.”
La spiegazione non faceva una piega. Aveva convinto il piccolo.
“Adesso lasciami riposare che sono molto stanca”.
Beniamino la baciò, si allontanò dalla sua stanza e si recò in tutta fretta in giardino.
La nonna che aveva assistito alla scena con un groppo alla gola, lo seguì, notando che si era messo a trafficare nelle aiuole del vialetto.
“Che cosa stai combinando?”.
“Sto piantando questi bei fiori” esclamò tutto contento ed eccitato allo stesso tempo.
“Perché mai?” continuò la nonna incuriosita “Non ne abbiamo già a sufficienza?”.
“Sì” rispose Beniamino “Questi gialli però, sono i preferiti di mamma” disse con l’innocenza della sua gioventù.
La donna continuava a non comprenderne il significato, ma lo lasciò fare. Aveva il cuore così colmo di dolore che gli dispiaceva sgridarlo, anche se si era tutto sporcato di terra.
Non trascorse molto tempo che giunse il triste giorno. La madre di Beniamino lo lasciò per sempre.
Tutti in casa erano tristi e piangevano, mentre il bambino correva a destra e a sinistra, passando da una finestra all’altra scrutando il cielo.
“Che cosa stai facendo?” gli chiese la nonna con un filo di voce e gli occhi gonfi.
“Cerco le nuvole bianche” rispose “E’ lì che adesso si trova la mamma”.
La donna lo abbracciò forte forte scoppiando a piangere “Piccolo mio, quanto candore e purezza nelle tue parole”.
“E poi deve arrivare il vento” continuò sicuro “Le deve portare i fiori che ho piantato per lei”.
Forse era meglio così, che Beniamino credesse sul serio a quella bizzarra storia che le aveva raccontato la madre.
A questo punto, la nonna non riuscì a dire null’altro. Troppa era la sofferenza. Il cuore distrutto in mille pezzi, le aveva tolto il respiro.
Quella notte un improvviso temporale imperversò sulla città: lampi, tuoni e pioggia scrosciante. Al mattino Beniamino svegliatosi urlò: “Nonna, vieni presto!”.
La donna corse pensando al peggio, ovvero che il bambino si stesse sentendo male ed invece lo trovò davanti alla finestra aperta della sua stanza con un sorriso enorme.
“Guarda nonna” le disse indicando il giardino sottostante.
L’anziana signora si affacciò e rimase a bocca aperta.
Nell’aiuola del vialetto, erano spariti proprio i fiori gialli che Beniamino aveva pianto per sua madre. Parevano stati raccolti, perché nella terra erano rimasti dei pezzetti di gambi. E nel cielo divenuto di un azzurro meraviglioso, era apparsa davanti casa, una soffice nuvola bianca.
Beniamino ricordandosi le parole della madre, chiuse gli occhi.
In quel momento sentì una dolce carezza sfiorarli il capo, mentre nell’aria si propagò un profumo di fiori a lui ben noto, che avvolte non solo il bambino ma anche sua nonna in un abbraccio d’amore.