Il lupo la madre e il bambino
Fiaba pubblicata da: Redazione
Questo Lupo mi chiama alla memoria
un altro Lupo a cui toccò di peggio,
del qual dirò la genuina istoria:
Stava messer il Lupo alla vedetta
d’un casolar assai fuori di mano,
se mai la sorte, mentre ch’egli aspetta,
non avesse a mandargli sottomano
o un vitello di latte o una capretta,
o un pollo d’India, o qualche altro provento,
di cui ne passa sempre un reggimento.
Un dì che si annoiava, ode ad un tratto
una donna gridare a un suo Bambino:
– Aspetta, piangi ancor, se fai da matto
quel tal Lupo che mangia chiameremo -.
Messer il Lupo, precorrendo il fatto,
ringrazia il ciel del ghiotto bocconcino.
Ma tosto ella soggiunse: – Zitto, caro,
non pianger più, tesor, dormi, mio bello;
se venire oserà Lupo mannaro,
lo piglieremo e poi l’ammazzeremo -.
– Che cosa è questa? – allor Mangiamontoni
disse, – O che siamo Lupi da zimbello?
Se mi casca il marmocchio negli unghioni,
mentre che al bosco va per le nocciole,
vedrà se Lupi siam da donnicciuole! –
In questa un can, che andava vagabondo,
fiuta il Lupo, dà il segno, escono in venti,
con forche, spiedi, par la fin del mondo!
– O che vieni a far qui? – gridano in venti.
– Mi ha chiamato la donna e per lo scopo…
– Ah brutto muso! e avrò per i tuoi denti
partorito il mio Bimbo tenerello? –
Dàlli dàlli… e l’ammazzan come un topo.
Un villan gli troncò la testa e un piede
che comperò il signore del castello.
Qui confitta al portone ancor si vede
una vecchia iscrizion sopra un cartello:
O luv, fidève nen d’maman ch’a cria
a sua masnà, ma scapè subit via.