A che serve la moltiplicazione?
Fiaba pubblicata da: Alessandra Santilli Pedagogista
Pietro era un ragazzino molto intelligente che non amava studiare matematica, specialmente le tabelline.
I genitori, a casa, non lo vedevano mai aprire il libro eppure a scuola i suoi voti erano sempre buoni. Quando lo rimproveravano lui rispondeva che la matematica era dovunque nella vita quotidiana e non serviva studiare le regole sul libro.
La sorella minore, un pomeriggio, per dispetto, frugò nello zaino di Pietro e trovò il quaderno di matematica con dei compiti sulle 4 operazioni che non aveva fatto e pensò bene di fare la spia alla mamma.
“Non preoccuparti che adesso ci penso io!” disse, allora, la mamma. “Pietro, ora ti farò delle domande sulle operazioni! Ti chiederò a cosa serve ogni operazione e tu mi dovrai rispondere facendomi un esempio”.
“A che serve l’addizione?” e Pietro rispose: “ad unire e aggiungere più cose per trovare la somma. Come quando hai davanti tante penne e ne vuoi prendere solo 5 e per arrivare al numero che vuoi ne prendi una alla volta. La somma di quelle prese deve fare 5: infatti 1+1+1+1+1=5” rispose Pietro.
“A che serve la sottrazione?” e Pietro rispose: “a togliere da una quantità maggiore una quantità minore per trovare il resto o la differenza. Se compri 10 arance ed io ne mangio 3 ne restano 7: infatti 10 – 3 = 7”.
“A che serve la divisione?” e Pietro rispose: “a dividere in parti uguali una grandezza per trovare il quoziente. Come quando compri la scatola dei nostri 6 cioccolatini preferiti e li dividi tra me e mia sorella in modo che nessuno dei due ne mangi più dell’altro, quindi 3 ognuno: infatti 6 : 3 = 2”.
“A che serve la moltiplicazione?” ma Pietro, stavolta, rispose: “Non serve perché basta trasformarla in addizione e puoi anche aiutarti con le dita, come 4 x 5 = 20 che diventa 4+4+4+4+4=20! Non serve neanche studiare le tabelline quindi!”.
Mentre pensava di essersela cavata alla grande la madre gli disse: “Non servono le tabelline? Bene, vediamo, allora quanto sei veloce a fare 48 x 6 trasformando la moltiplicazione in addizione!”.
Non riuscendo a farlo e non sapendo rispondere perché non ricordava le tabelline Pietro ne capì l’importanza e si mise a studiarle, così, la prossima volta, alla mamma avrebbe saputo rispondere bene sulle moltiplicazioni.