Quattro cani in campagna

Fiaba pubblicata da: Carlo Testana

 Jack, Alan, Musica e Pesciolino non si conoscevano neppure, ma si ritrovarono tutti e quattro nella radura al centro del bosco fuori città provenienti da quattro quartieri diversi.

Qualcosa li aveva spinti in quella direzione. Gli umani non lo capiranno mai: vibrazioni, intuito, istinto, scie odorose che da lì si spandevano verso la città. Solo i cani sentono tutto questo.

Quando i loro padroni li abbandonarono, era appena iniziata l’estate, si erano sentiti un po’ disorientati. Poi quel profumo di bosco iniziò ad attirare la loro attenzione, anzi il loro naso. Ed il naso non si può fare a meno di seguirlo.

Senza neanche voltarsi verso la casa che li aveva prima accolti e coccolati, poi scacciati via, si diressero trotterellando e con le orecchie al vento verso la piana dei tigli al centro della quale si trovava uno spiazzo erboso.

Jack era uno strano cagnolino, piccolissimo già da piccolo, non era cresciuto affatto, tranne le orecchie che gli pendevano fin sotto le zampette; aveva una voce da bassotto.

Alan aveva un pelo lunghissimo e lucido che però causava allergie in casa; era solo una scusa per levarselo di torno.

Musica aveva quel nome per la sua bella voce da soprano, amava cantare di notte. Anche lei, dopo poco, fu messa alla porta.

Pesciolino da cucciolo era arrivato dentro una scatola di scarpe.

“Come è minuscolo! , dissero in casa, chiamiamolo Pesciolino”.

Dopo due mesi era già un gigante ed a sei non entrando nella cuccia, la più grande disponibile del negozio, fu pure lui allontanato da casa.

“Valli a capire gli umani, diceva, prima ti riempiono di abbracci ed attenzioni, poi ti sbattono in mezzo ad una strada”. Uuuuh, uuuuh…

“Bella roba, fecero in coro gli altri tre, stessa sorte è toccata a noi”. Uuuuh…uuuuh…

Lo dissero così bene ed all’unisono, che le loro voci, accordate, produssero una musica bella e malinconica che fece accorrere gli altri animali del bosco. Avevano tutti e quattro timbri diversi, ma nell’insieme il risultato era da musical.

Huuuh…uuuuh, ripresero su intervalli di terza e quinta in controcanto; nessuno aveva mai sentito niente di simile.

“Organizzeremo un concerto, disse il gufo, dove potrete cantare per noi e lo faremo alle Campagne abbandonate dietro la città”.

Emozionati e contenti i quattro cagnolini si concentrarono nelle prove.

Alan sbatteva la coda a tempo su un tronco cavo e Pesciolino suonava anche l’armonica tenuta con un elastico dietro la testa.

Jack amava i toni bassi mentre Musica si arrampicava con la voce fino quasi agli ultrasuoni tanto da far cantare tutto il pubblico.

Alle Campagne abbandonate fu costruito un palco con una pedana. Jack e Musica, che erano i più piccoli, vi salirono in modo da essere ben visti da tutti, Alan e Pesciolino ai lati. Davanti a loro un oceano di folla composta da tutti gli animali del bosco e da altri cagnetti venuti dalla città.

Tutti avevano portato qualcosa. Un osso, un biscotto, un fiore, acqua fresca, da regalare ai cantanti che fecero scorta per almeno un mese.

I concerti si chiudevano sempre con la stessa canzone (un vecchio famoso brano) che Musica iniziava sulle percussioni di Alan e che poi, in coro cantavano tutti.

” Che me ne importa a me se non son bella

io c’ho l’amore mio che fa il pittore

lui mi dipingerà come una stella

che me ne importa a me se non son bella

 tara ta ta tarattata ta ta,

tara ta ta tarattata ta ta

Qui siamo tutti belli, mia cara amica,

cantiamo tutti insieme, senza stonare

vedrai come sarà bella la vita

vedrai come sarà bella la vita

tara ta ta tarattata ta ta

tara ta ta tarattata ta ta “,

zum, zum.

Da quel giorno, ad ogni festa, raduno, manifestazione, Jack, Alan, Musica e Pesciolino, che avevano trovato una nuova grande famiglia ad accoglierli, furono sempre invitati a cantare per il buon umore dei presenti e per la felicità di tutti.



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