La meraviglia fa restare bambini

Fiaba pubblicata da: Lara

Il vecchio stava seduto su una panca, addossata alla casa, il cappello-un cappello come quelli di una volta, che ora non si usano più-tirato fin sopra gli occhi per proteggersi dal sole.
Al bambino che lo osservava pareva vecchio di milioni di anni: la barba lunga, le rughe profonde sulla fronte e sotto gli occhi, una pelle che pareva dura come il corame. Il bambino rimase a lungo a fissare l’uomo, aspettando che si risvegliasse. Quando finalmente questi si ridestò, guardò il bambino e sorrise.

“Cosa ci fai qui?” chiese l’uomo.

“Volevo domandarti una cosa” disse il bambino.

“Dimmi allora” fece l’uomo, mettendosi a sedere sulla panca.

“Ecco, volevo sapere quanti anni hai” rispose il bambino.

Il bambino sperava di non aver irritato l’uomo, che invece si mise a ridere.

“Ho gli anni che hai tu!” rispose l’uomo “oppure non ci credi?”

“È impossibile!” disse il bambino. “Tu sei tanto più grande di me”.

“Hai ragione, ma io sono grande nel fisico, ma la mia mente e il mio spirito sono rimasti quelli di un bambino. Per questo mi accorgo ancora di tante cose…”

Il bambino, non convinto, continuò a indagare. Possibile che quell’uomo dicesse il vero?

“Ad esempio, di che cosa ti accorgi?”

“Mi accorgo del calore del sole, di un uccellino che timidamente lascia il nido, corro a vedere, quando piove ma c’è anche il sole, se potrò scorgere i colori dell’arcobaleno e del suo doppio, a volte se ne possono vedere anche tre, sento l’odore della terra, la musica dell’acqua, vedo la magia della neve. Ho una girandola colorata che gira con il vento, canticchio quando passeggio, accarezzo un cagnetto, raccolgo le pigne e lancio i sassi nel torrente per farli rimbalzare.”

“Ma queste sono le cose che faccio io!” disse stupito il bambino.

“Proprio così. Per questo, anche se si diventa grandi nel fisico, a qualcuno è concesso di restare bambino, nell’animo, come se il tempo si fosse fermato”.

Il bambino sorrise, aveva capito cosa intendeva l’uomo. Anche l’uomo sorrise, perché sapeva che il suo piccolo amico aveva compreso come si possa rimanere fanciulli per sempre, se si conservano la sensibilità e la purezza, la capacità di stupirsi sempre e l’allegria dell’infanzia.



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