Luisa ed il Principe Sebastiano

Fiaba pubblicata da: Alessandra Santilli Pedagogista

C’erano una volta, in un luogo lontano lontano, due sorelle che vivevano con i loro genitori. La sorella maggiore, Patrizia, era di una bellezza appariscente con i suoi  lunghi capelli scuri ed occhi neri come la notte, mentre la minore, Luisa, era di una bellezza delicata, con i suoi capelli biondi e gli occhi color del mare.

Anche il loro carattere era molto diverso: chiusa, egoista e piena di sè Patrizia; dolce, espansiva e di buon carattere Luisa.

Un triste giorno, mentre tutta la famiglia viaggiava in carrozza, una ruota si ruppe e questa si rovesciò provocando la morte dei genitori ed una grossa ferita al piede di Luisa che rimase, purtroppo, zoppa.

Le due sorelle andarono a vivere dalla zia della mamma, una mite vecchina che amava molto le sue nipoti nonostante Patrizia si comportasse male con Luisa.

Infatti aveva iniziato a chiamarla “zoppetta” e non perdeva occasione per offenderla ed umiliarla mentre lei passava il tempo a rimirarsi allo specchio perché era convinta che il Principe Sebastiano, che, spesso, passava sotto le loro finestre, l’avrebbe vista e chiesta in moglie. Purtroppo per lei, però, lui non le badava e proseguiva per la sua strada senza darle soddisfazione!

Lei, certamente, continuava imperterrita a cercare di farsi notare ma ogni volta che lui se ne disinteressava allora si sfogava sulla povera Luisa.

Un giorno le ordinò di andare a comprare le arance per farsi una fresca e salutare spremuta intimandole di sbrigarsi altrimenti si sarebbe vendicata. Nel cercare di sbrigarsi come meglio poteva, in prossimità della sua casa, non si accorse che arrivava dalla strada il Principe con i suoi cavalieri e, quando se ne accorse, perse l’equilibrio e cadde a terra.

Fortunatamente Sebastiano riuscì a frenare i cavalli in tempo e scese subito di sella per soccorrerla molto premurosamente accertandosi che non si fosse fatta male.

Patrizia, che aveva visto tutto dalla finestra, scese di corsa per conoscere Sebastiano ma non fece in tempo e questo la riempì di rabbia che, ovviamente, riversò sulla sorella.

La zia, che era molto anziana, a quel punto decise di fare loro un discorso prima che fosse troppo tardi.  A Luisa chiese di rimanere sempre così buona e non cambiare mai nonostante le vicissitudini della vita e a Patrizia, che era la maggiore, chiese di non trattare più male Luisa dicendole: ”nipote mia, sii più umile e più buona perché non si sa mai cosa ci riservi il futuro, anche perché nella vita chi fa del male prima o poi lo paga”. A quel punto spirò.

Rimaste sole Patrizia si sentì libera di essere più cattiva con Luisa e, infatti, le sequestrò tutti i vestiti e la costrinse ad indossarne di cenciosi e stracciati, continuando a presentarla alla gente non come sua sorella ma come la sua serva “zoppetta” .

Una mattina, sulle scale di casa, Luisa trovò un criceto mezzo morto. Lo raccolse, preparò per lui una cesta con degli stracci puliti per tenerlo al caldo e lo rifocillò dividendo il suo cibo e la sua acqua. Il criceto si riprese bene ed era per lei fonte di compagnia perché con quel musetto buffo  cercava di divertirla come poteva con giochini e mossette ridicole.

Una notte in cui Patrizia era stata particolarmente perfida, Luisa, piangendo, rivolse il suo pensiero alla vecchia e cara zia pensando: “cara zietta come vorrei che fossi qui a pensare a me!”. A quel punto sentì una voce rassicurante che diceva: “non preoccuparti, ci sono qua io”. Luisa si spaventò ma poi prese coraggio e chiese di chi fosse quella voce, visto che non era quella della zia, ma non ebbe risposta e si rimise a dormire.

La mattina seguente, appena alzata, rimase di stucco nel vedere sul tavolo un cofanetto pieno di gioielli ovviamente non suoi, che, frettolosamente, nascose nell’armadio senza dire niente a Patrizia.

La mattina seguente, purtroppo, Luisa era talmente stanca che non sentì Patrizia che la chiamava e, quindi, la sorella apparve sulla sua porta e, non vedendola pronta, le spalancò l’armadio per farla vestire e vide tutti quei gioielli.

A quel punto la povera Luisa le raccontò tutto e, allora, Patrizia prese tutti i gioielli dall’armadio e decise di portare con sé, prendendolo per la collottola, anche quel povero criceto dicendo che, ora, la vocina doveva aiutare lei.

Infatti la sera la vocina le disse: “non preoccuparti, ci penserò io”. Peccato che la mattina Patrizia si accorse che non solo erano spariti i gioielli presi a Luisa ma che non c’era l’ombra neanche dei suoi di gioielli. Inoltre il criceto era sparito!

Un giorno si sparse la voce che i gioielli della regina erano stati rubati e, quindi, le guardie iniziarono a perquisire ogni casa fino a che non li trovarono nel cassetto di Patrizia che non se ne spiegava il motivo.

Le due sorelle furono arrestate e messe in celle separate. Da un lato Patrizia urlava e minacciava tutti che era innocente e gliela avrebbe fatta pagare, dall’altro Luisa non proferiva parola immersa nei suoi pensieri.

Ad un cero punto vide sbucare da un buco del muro il criceto che era riuscito ad entrare. Ne fu immensamente felice ma lo fu ancor di più quando questi si trasformò in un ragazzo che le confessò di essere il figlio di Fata Natura, vittima di un brutto incantesimo, che Luisa aveva salvato da morte certa e, per questo, ora lui avrebbe aiutato lei.

Sotto le sembianze di criceto riuscì a raggiungere le stanze del Principe Sebastiano e, ripreso il suo aspetto umano, gli raccontò tutto.

A quel punto il Principe che, nel frattempo, era passato tante volte sotto casa sua per cercare di incontrarla senza mai riuscirci, corse a liberare Luisa per chiederle di sposarla mentre Patrizia fu allontanata per sempre.

Luisa, all’inizio, non credette alla proposta di Sebastiano perché sapeva che il difetto al piede le sarebbe rimasto e non pensava che lui l’avrebbe amata anche così, invece Sebastiano la rassicurò dicendole che la bellezza con il tempo svanisce ma il buon cuore ed il bel carattere rimangono per sempre ed è questo che si ama in una persona.



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