Genitori di neve

Fiaba pubblicata da: barbara cerrone

C’era una volta una bambina che un giorno perse entrambi  i genitori in un brutto incidente.

Fu deciso che andasse a vivere con gli zii materni, così Gemma, questo era il suo nome, si trovò in poco tempo a cambiare casa, famiglia e abitudini di vita.

La zia era gentile e le voleva bene ma non era sua madre; anche lo zio era gentile e le voleva bene, ma non era suo padre, e la sua tristezza cresceva di giorno in giorno.

Si avvicinava il Natale, la neve  finalmente faceva  la sua gioiosa comparsa imbiancando tutta la vallata e le case dai camini fumanti; Gemma allora si ricordò che la madre, proprio il giorno della sua scomparsa, le aveva detto:

“Se questo Natale nevicherà, faremo insieme un bel pupazzo” ; così, senza nemmeno indossare i guanti, uscì di corsa in giardino e si mise a fare non uno ma due pupazzi, uno più bello dell’altro.

Quando li ebbe finiti, decise di dar loro anche un nome: uno lo chiamò Antonio, come suo padre, e l’altro Angela, come sua madre “Ora sarete voi papà e mamma” disse loro.

I pupazzi piacquero molto anche agli zii ma “Speriamo che non si sciolgano troppo presto” disse zia Anna; Gemma non ci aveva pensato, non aveva pensato che la neve, ahimè, dopo un po’ si scioglie, specialmente se piove.

“Non voglio! ” disse guardandoli dalla finestra, e  fu allora che decise di pregare ogni giorno perché i pupazzi  rimanessero sempre lì, così come erano, accanto a lei.

Dopo due giorni venne la pioggia, pioveva forte, a gocce piene e Gemma pianse, temeva il peggio.

“Si scioglieranno!- gridò alla zia chiudendo gli occhi per non vedere – mamma e papà si scioglieranno e mi lasceranno un’altra volta!”

La pioggia dopo un’ora  cessò  e Gemma piano piano trovò il coraggio di guardar fuori: i due pupazzi erano ancora lì, rotondi e allegri come li aveva fatti il primo giorno; Gemma sorrise, lanciò un urletto di quelli suoi e uscì in giardino senza cappotto: li abbracciò come poteva , poi tornò in casa a fare i compiti, perché ormai il peggio era passato.

Venne il Natale, il Capodanno e, alla fine, l’Epifania; la neve si era sciolta dappertutto.

“Le feste sono finite- disse la zia con un sospiro – ma quei pupazzi, com’è possibile che siano ancora là? La neve se n’è andata da un pezzo!”

Proprio così, i pupazzi erano ancora in giardino, intatti e bianchi col loro berretto di lana rossa messo di sbieco.

Gemma sorrise, lei lo sapeva che non potevano più andare via: le sue preghiere erano cemento che li teneva su  alti e forti, come palazzi eretti a vita accanto a lei.

Barbara Cerrone



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