Il contadino e il calzolaio

Fiaba pubblicata da: annamariavillani

In un piccolo paese due amici Poldo, un  astuto contadino e Paride,  un umile calzolaio, discutevano del più del meno.

“Si mormora che al di là del fiume ci sia un grande castello, esso verrà offerto  in dono a chi  per primo supererà una prova, una serie di domande alquanto insidiose”.

Poldo il contadino rispose:

” Vorrà dire che uno di questi giorni mi recherò lungo il fiume, sono proprio curioso di vedere cosa accadrà.

Paride continuò a raccontare, ” Si dice anche, che vicino al suo ingresso vi sia un grosso leone e che faccia da guardia al grande castello “.

” La cosa non mi intimorisce- rispose Poldo  con una certa baldanza  – vale  la pena tentare, se supererò l’esame diverrò certamente un uomo molto ricco”.

Così il giorno seguente i due amici si trovarono di nuovo assieme, oltrepassarono il fiume dopodiché continuarono lungo una stradina di campagna. Una volta giunti sul luogo, scorsero un grande giardino con al centro un maestoso castello, si diressero verso l’ingresso dove accanto al portone faceva da guardia un grosso leone.

Poldo si avvicinò all’animale e con voce sicura esclamò:

“Mi chiamo Poldo ,di mestiere faccio il contadino, sono qui per tentare di superare la prova.

Il leone lo scrutò per alcuni istanti dopodiché gli chiese:

“Nella tua vita ti è mai capitato di aiutare chi ne aveva realmente bisogno?”

” Certo che sì ! – rispose immediatamente Poldo-, tantissime persone le quali senza il mio aiuto avrebbero condotto sicuramente una vita fatta di solo stenti.

Dopodiché iniziò a fare un lungo elenco di nomi, ricordando tutte le persone a cui aveva dato una mano facendosene un gran vanto, una volta terminato l’elenco il leone gli disse:

” Va bene così, domani alla stessa ora presentati nuovamente qui , avrai la risposta “.

Poldo, soddisfatto dalla semplicità delle domande e preso dall’entusiasmo si recò subito dall’amico Paride che lo attendeva dall’altra parte della strada e rivolgendosi a lui disse:

“Sono certo, domani quel castello sarà mio! ” .

Così preso dall’euforia abbandonò l’amico e in tutta fretta si diresse verso casa.

Paride rimasto solo, era combattuto voleva anch’egli tentare di superare la prova, ma in cuor suo pensava di non farcela, così preso dallo sconforto decise di tornare a casa quando ad un tratto udì una voce che diceva:

“Vorresti tentare anche tu di superare la prova?”

Era il grosso leone che gli parlava “Avvicinati pure e dimmi il tuo nome.”

“Mi chiamo Paride e di mestiere faccio il calzolaio.”

” Nella tua vita ti è mai capitato di fare del bene a chi ne aveva realmente bisogno?”  chiese con voce ferma il leone.

“Veramente … l’uomo ci pensò un attimo dopodiché rispose:

Non ricordo, perché  se mai mi fosse capitato, in quel momento provo una tale felicità nel cuore che non riesco a ricordare più nulla, tantomeno le  persone a cui ho teso una mano.”

” Bene , rispose il leone, domani presentati nuovamente qui , avrai la risposta.

Il giorno seguente i due amici si trovarono di nuovo insieme per conoscere l’esito della prova. Poldo il contadino, non stava più nella pelle, sperava che l’ambito castello  fosse assegnato a lui ,  era del tutto certo che l’amico Paride non avesse tentato di superare  la prova. Così si presentarono  entrambi nei pressi del castello e  una volta giunti il leone dichiarò:

“Siete in verità due persone molto diverse, Poldo, tu hai fatto del denaro la tua ragione di vita. Tu Paride invece  non ha badato certo ad arricchirti, sei un uomo buono e  generoso, che aiuta gli altri senza avere un fine e poiché chi dona senza aspettarsi nulla in cambio, dona con il cuore.  Chi invece dà, ricordando ciò che dà, lo fa con la certezza che in qualche modo li venga restituito.

Così il leone dopo aver sentenziato scese dal piedistallo e in men che non si dica si trasformò in un  giovane principe, estrasse da una sacca una grande chiave  dorata e la offrì a Paride dicendo:

Dono a te il mio castello, sarai un buon Re, regnerai con onestà e raziocinio, solo i saggi e i liberi di cuori sono in grado d’usare la ragione e la giustizia.

Paride, sorpreso e sbigottito ringraziò il principe. In seguito si stabilì nel grande castello assieme alla moglie   e ai  figli e vissero per sempre felici e contenti.

Poldo invece deluso e amareggiato, continuò a svolgere per tutta la vita il duro lavoro del contadino .

Anna Maria Villani



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