Ciribù il ragnetto pasticcione

Fiaba pubblicata da: Chignola annalisa

Nel regno di Ragnolandia si stava preparando una grande festa per salutare la nascita di tanti nuovi ragnetti.

Quando tutto fu pronto Oscar, il sindaco, salì sul tronco più alto, batté due delle sue otto zampette e dichiarò aperti i festeggiamenti.

La festa fu un successo e quando la luna spuntò da dietro il monte,
il toc -toc del picchio si zittì,
gli uccellini tornarono ai nidi,
le lucciole spensero le loro lucine,
e le mamme dei ragnetti si affrettarono ad accompagnare i loro piccoli nei morbidi lettini.

In quei giorni l’aria si fece più frizzante, l’estate volgeva al termine e le attività nel regno si facevano sempre più frenetiche.

Tutto doveva essere pronto per l’arrivo del freddo quando le tane si chiudevano e nessuno usciva fino a primavera.

Il compito delle mamme ragno, consisteva nel pulire per bene le casette e aiutare i piccoli ragnetti a tessere le ragnatele per catturare gli insetti da mangiare durante il lungo inverno.

Tutto filava liscio, tranne che nella famiglia del sindaco Oscar il quale aveva dei seri problemi con uno dei suoi figli. il piccolo Ciribù.

Il piccolino era nato per ultimo, il suo uovo proprio non voleva saperne di schiudersi, tant’è che ebbe bisogno dell’aiuto del picchio. Quando poi venne finalmente alla luce, cadde dal sasso su cui era stato posto.

La sua mamma Olga guardò sconsolata il marito Oscar e capì subito che Ciribù sarebbe diventato un ragno molto “speciale”.

Dopo la nascita così burrascosa infatti ecco che si presentò il problema di far mangiare Ciribù, già perché mentre i suoi fratellini aprivano voracemente la bocca quando mamma Olga offriva loro i tenei insetti, egli si ritirava in fondo alla tana e non c’era verso di farlo mangiare.

Iniziò così per la famiglia del sindaco la lunga ricerca per trovare qualcosa che piacesse al piccolo.

Nel frattempo però il lavoro per il successivo inverno doveva proseguire.

I ragnetti giocando e ridendo costruivano tele sempre più belle e mamma Olga sollecitò Ciribù a fare altrettanto.

Il piccolino guardò perplesso i fratellini poi decise di provarci : i suoi mille tentativi però ottennero solo l’ilarità di tutte le famiglie vicine.

Ciribù proprio non riusciva a costruire una tela ma siccome era molto orgoglioso, non rinunciò a provare e alla sera finalmente riuscì nell’ intento.

Tanta era la felicità che nel chiamare mamma e papà, fece un salto così maldestro che cadde e si impigliò nelle tele dei suoi fratellini. Nel tentativo di liberarsi Ciribù si attorcigliò così tanto che a papà Oscar ci volle tutta la notte per liberarlo.

Al mattino il lavoro ricominciò, ma i fratellini allontanarono Ciribù, tanto erano arrabbiati con lui per aver distrutto il loro lavoro.

Il piccolino corse dalla sua mamma ma essa era molto affaccendata e non gli diede retta.

Offeso allora Ciribù decise di lasciar quella famiglia che proprio non lo capiva, e, senza salutare nessuno, si incamminò verso i confini di Ragnolandia.

Aveva già percorso un bel tratto di strada, quando si rese conto di avere fame.

Si guardò attorno e vide un passerotto intento a mangiare una piccola mela.

“Ciao, passerotto!” esordì Ciribù. “Cosa mangi di buono? Non è che mi fai assaggiare?”

Il passerotto gentile gli offrì un pezzettino della sua mela.

Il ragnetto l’addentò, ma appena assaggiata fece una smorfia.

Proprio non gli piaceva.

“Grazie lo stesso!” disse e si allontanò.

Riprese il cammino e si imbatté in uno scoiattolo che stava rosicchiando una noce.

“Ciao scoiattolo, mi fai assaggiare la tua noce?”

“Certo!” rispose lo scoiattolo.

Ma anche questa volta il sapore del frutto non era di suo gusto

“No, non mi piace” esordì Ciribù “ma grazie lo stesso!” e fece per avviarsi nuovamente lungo il sentiero.

“Aspetta” lo richiamò lo scoiattolo. “Prova questa castagna, forse…”

Ciribù tornò sui suoi passi e si arrampicò sul frutto, ma non riuscì a staccarne nemmeno un pezzetto quindi con un sospiro rassegnato salutò lo scoiattolo e si inoltrò nel fitto bosco.

Verso sera ormai stanco e sempre più affamato, decise di cercare un riparo per la notte, si guardò attorno e vide che era arrivato in un bellissimo prato circondato da alberi altissimi.

Con cautela si avvicinò ad uno di questi, ma siccome il terreno era ricoperto da tante foglie secche, Ciribù perse subito l’orientamento.

Infatti essendo lui così piccolo, fu sommerso da quelle foglie e se non fosse stato per Lulù, la lumachina, sarebbe ancora li sotto a cercare la via..

“Grazie lumachina. …Senti, cosa mangi tu, io ho una fame…”

“Dai ragnetto, seguimi, ti farò assaggiare qualcosa di veramente buono!”

Insieme fecero il giro dell’albero e si fermarono davanti ad una bella prugna viola appena caduta dal ramo.

Ciribù guardò perplesso quello strano frutto poi si decise, vi salì sopra e con cautela ne mordicchiò la polpa.

“Ma è buonissima!” esclamò Ciribù con la bocca piena.

Lulù lo guardò divertita mentre la pancina del ragnetto diventava sempre più gonfia tanto che, ad un certo punto, Ciribù ruzzolò giù dalla prugna e finì con le zampette all’aria.

Stanco e finalmente sazio si addormentò così.

Al mattino, ragnetto e lumachina furono svegliati da una folata di vento gelido.

“Buongiorno!” lo salutò la lumachina,

“Buon giorno” rispose gentile Ciribù.

“ma che freddo questa mattina!” si lamentò il ragnetto,

“Sì l’inverno è alle porte” rispose Lulù e dobbiamo sbrigarci a trovare un riparo.”

Il ragnetto si stiracchiò ed insieme alla sua amichetta si mise alla ricerca di una tana.

I due furono fortunati perché proprio alla base di quell’albero di prugne trovarono una fessura, vi si infilarono dentro e decisero che quello poteva andar loro bene.

“Non ci resta altro che fare scorta di cibo” disse la lumachina.

Insieme i due amici perlustrarono il prato e Ciribù faticò non poco per trasportare le prugne, ormai il suo cibo preferito, all’interno della tana.

Lavorarono instancabili fino a sera e finalmente tutto era pronto, le scorte erano sufficienti per sfamarli fino a primavera, la tana ben pulita, mancava solo una cosa: una bella porta per tener fuori il freddo inverno.

“A questo penso io.” disse tutto convinto Ciribù e, come se da sempre avesse saputo farlo, costruì una bellissima ragnatela dalle sfumature viola talmente spessa che resistette tutto l’inverno mantenendo i due amici Lulù e Caribù caldi e asciutti fino a primavera.



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