A ciascuno il suo

Fiaba pubblicata da: LiberaMente

Fiuuuu!!!swoshhhh!!!buuuuum!!!!

“ Credo che stia per scoppiare un temporale, Signor Passero!” urlò la signora Cinciallegra, facendo capolino dall’ultimo ramo di un robusto albero di noci.

“ No! Guardi signora Cinciallegra, più in là, dietro a quelle  nuvole bianche, sta tornando il sole!” replicò speranzoso Signor Passero dal ramo del piano inferiore.

Da qualche settimana ormai, l’unica occupazione che più interessava agli abitanti del noceto, era  quella di pronosticare quanti e quali cambiamenti  il tempo avrebbe fatto durante il corso della giornata. Capitava, infatti, che se al mattino si illudevano di trascorrere una bella e calda giornata di sole, ecco che all’ improvviso, il cielo si copriva di una coltre di nuvole nere, minacciando di rovesciare giù, barili di pioggia ininterrotta. Tra fulmini, tuoni, vento e pioggia, ad un tratto la coltre di nubi si squarciava, i nuvoloni si diradavano, la pioggia cessava e tornava il sole a illuminare la terra, più bello ed energico di prima.

“ Ah no no! Riecco, torna a piovere!”  gridarono i coniugi Merlo dal  noce dirimpetto.

“Pioggiaaaa!!!Ventoooo!!!Grandineee!!!” esclamarono in coro la famiglia  Pettirosso da un nocciolo  poco distante. Fulmini e tuoni cavalcavano l’aria di Luglio da fare invidia al bel caratterino di Marzo. Il cielo tornava ad oscurarsi come una notte d’Inverno per poi risplendere come un giorno d’Estate.

“….Neveeeeee!?!?!?!?!?” urlarono improvvisamente all’unisono tutti  gli abitanti del noceto, rizzandosi sulle loro zampette con occhi sbigottiti.

“ Questo è troppo!!! sbottò la  signora  Civetta  uscendo dal  suo nascondiglio “ è una settimana che non chiudo occhio, io lavoro la notte e di giorno ho bisogno di:   D-o-r-m-i-r-eeeeee!!!”e  puntando la sua ala a mo’ di pugno, inveì rabbiosamente contro il cielo impazzito.

“ Bisogna convocare un’assemblea straordinaria con il capo della nostra comunità!!!” propose adirata la signora Civetta “Dobbiamo mettere fine una volta per tutte a questa calamità!” aggiunse rivolgendosi ai suoi vicini di ramo.

“Siiii, giustooooo!!!” acconsentirono unanime tutti gli abitanti del noceto.

“ E’ ora che qualcuno dia una bella lezione a quei due attaccabrighe lassù!” incalzò il signor Passero spazientito.

Cosi, fu annunciata l’assemblea straordinaria  alle cinque di quello stesso pomeriggio in una grotta poco distante. Accorsero non solo gli abitanti del noceto ma anche quelli di tutto il vicinato: il signor Cardellino, le signore Tortore, le signore Allodole, i signori Usignoli, la famiglia Capinera …..insomma tutti vennero a protestare e a esigere una soluzione definitiva alla uggiosa disputa tra il bello e il brutto tempo. A pochi passi dalla grotta, si udivano già le voci concitate di chi era presente. Ognuno  raccontava animatamente la propria versione sulle presunte cause e sulle probabili conseguenze di quella sconveniente situazione che poteva ripercuotersi, non solo sugli abitanti del noceto, ma su tutti gli uomini del paese.  Ad un tratto, in mezzo al brusio della folla, si fece strada il tanto atteso capo della comunità: il saggio Signor Barbagianni. Tutti si fecero da parte aprendo un varco, in mezzo al quale, videro passare il  vecchio e buon saggio in un rigoroso silenzio.

Il signor Barbagianni, considerato una colonna portante della comunità per la sua venerabile esperienza e rispettabile sapienza,  prese posto sul pulpito e si schiarì la voce mentre tutti lo fissavano come se da ogni sua parola dipendesse le sorti del mondo intero. Inforcò gli occhiali e sollevò la testa guardando, da sopra  i suoi tondeggianti occhialetti, l’assemblea  schierata al suo cospetto. Dopo qualche minuto, in tono pacato ma solenne, disse:

“ Cari fratelli, come già saprete, da un mese circa, siamo vittime delle bizzarrie del tempo a causa delle continue quisquilie che avvengono tra l’Angelo del Sole, e l’Angelo della Pioggia. Visto gli enormi disagi  che  stanno creando alla comunità e non solo, è giunto il  momento che qualcuno  indaghi sulle ragioni di questa continua e inconcludente disputa, e addivenire a una soluzione pacifica per tutti!”

Da una parte all’altra  della grotta echeggiavano molti timidi applausi che facevano da sfondo a frasi di consenso, fino a quando da un punto imprecisato, si sentì la voce perplessa del signor Fringuello domandare:   “  Il cielo è grandissimo, come faremo a trovare i due angeli?” a tale quesito, nella sala  tutti iniziarono a mormorare e a interrogarsi sulla faccenda ,visto che nessuno mai si era avventurato prima di allora per la Valle dove i due angeli risiedevano.

“Calma, calma!”  Dato che sono il capo della comunità e l’unico a conoscere la strada, sarò io stesso a mettermi in viaggio per la Valle dei Tempi!” rassicurò il buon saggio con il suo  imperturbabile  tono di voce. Allora tra più forti applausi e manifestazioni di contentezza,  l’assemblea si sciolse e ognuno fece ritorno alle proprie casette con animo più fiducioso e risollevato. Il giorno  dopo, di buon mattino, il signor Barbagianni con  a tracollo la sua bisaccia volò di gran lena alla ricerca dei due angioletti. Viaggiò per circa due ore, tra il sole e le intemperie, senza mai rallentare,  fino a raggiungere, oltre le nuvole ovattate, la Valle dei Tempi. Per primo si recò dall’Angelo del Sole che viveva dentro il fusto di un enorme e splendido girasole,  dove al centro del suo capolino c’era custodita una sfera di luce dai lunghi raggi luminosi e che scomparivano tutte le volte che i suoi petali  si richiudevano all’arrivo del cattivo tempo. Il signor Barbagianni, appena giunto, vide  l’angelo fare  capolino da una feritoia e che soffiava a tutta forza verso grossi nuvoloni che arrivavano dall’orizzonte dritte dritte sulle loro teste. Un gran soffio di rimando, però, fece vorticare  come una girandola al vento, il povero angioletto che ruzzolò fino a spiaccicarsi contro gli scaffali rinfilzati di vasetti colmi di polvere di cielo azzurro e luce di sole. Appena il signor Barbagianni si ricompose, entrò e si avvicinò all’angioletto dicendo: “Mio caro Angelo del Sole, il mio nome è signor Barbagianni e vengo dalla terra….”

“ Ah..” lo interruppe  l’angelo “ giusto voi aspettavo! Dite un po’, siete portatore di gioie o lamentele?” domandò l’angelo scuotendosi  la  polvere  azzurrina cadutagli sulla testa.

“ Temo solo di lamentele !” rispose  il buon saggio. L’angelo fece un grugnito e portandosi le mani ai fianchi, lo fissò con aria di chi già conosceva la risposta.

“ E’ circa un mese che la terra è vittima del continuo alternarsi tra sole, pioggia e temporali. Ormai non riusciamo più a svolgere regolarmente le nostre attività quotidiane! Non sappiamo se  da un momento all’altro  scoppierà una bufera o ci  sarà  bel tempo! E non solo! Anche i raccolti nei campi degli uomini sono quasi tutti  rovinati !” rampognò il buon saggio.

“ Bene!” esclamò l’angelo puntando il suo indice affusolato e appuntito  verso il Signor Barbagianni  “   Mi fa  piacere che si   lamentino, così finalmente quel caprone capirà che il sole è più importante della pioggia sulla terra!”

“ Se avete la gentilezza di raccontarmi la causa della vostra lite, potrei aiutare a riappacificarvi!” provò a  replicare il signor Barbagianni.

“ La causa!?” La causa è innanzitutto degli uomini che non si contentano mai!!! Vorrebbero mutare il corso della natura e delle stagioni, mandando in confusione anche noi che siamo quassù!!! Siamo o non siamo in Estate!! Quindi deve esserci il sole! Portatore di luce e di vita!!! Diteglielo anche voi a quell’altezzoso, che sono molto più importante di lui sulla terra!!!!” e così dicendo ritornò a soffiare contro le nubi che tornarono a lampeggiare più furiose di prima. Il signor Barbagianni, rassegnato a non avere altre spiegazioni dall’angelo indispettito, si accomiatò e volò via al lato opposto della Valle per raggiungere la dimora dell’Angelo della Pioggia:  un alto e grosso fungo di nuvole grigie. L’angelo era seduto a gambe incrociate sulla punta del cappello, mentre il vecchio Barbagianni  tentava di raggiungerlo lottando a gran fatica contro un vento burrascoso,  ma l’Angelo della Pioggia accortosi dell’arrivo dell’ospite, fece cessare la tempesta e lo accolse cordialmente nella sua bella dimora. Il buon saggio dopo essersi presentato e aver esposto la ben nota situazione, riformulò la stessa domanda al suo nuovo interlocutore per meglio indagare sulle cause di quel contrasto. L’Angelo della Pioggia con tanta compostezza risponde:  “ Caro vecchio saggio, lei è già stato dall’Angelo del Sole, scommetto!”

“In effetti…si!” rispose il saggio.

“Bene! Negli ultimi  tempi mi giungevano molte preghiere dagli abitanti della terra costretti a vivere nella morsa della canicola e del troppo bel  tempo, provocati dal mio rispettabile consimile! Lui invidioso di ciò, ha iniziato a borbottare che gli uomini hanno bisogno molto più del suo tempo che del mio. Così, con il pretesto che siamo in Estate, infierisce ancor di più sui poveri esseri viventi!  ”

“Si ma…” provò a intervenire il signor Barbagianni, ma l’angelo sembrava non ascoltarlo e proseguì.

“Il fatto è che si sta dando troppe arie! Pensa di essere il custode della vita, della serenità e della gioia sulla terra, con quella sua abbagliante palla infuocata. Alla fine, però, devo sempre io sopperire ai danni  provocati dalle sue eccessive borie”

“Si ma   deve  capire…” il vecchio saggio alzò un’ala, quasi volesse chiedere il permesso di interromperlo ma l’Angelo  della Pioggia si era già lanciato nel suo fiero e irrefrenabile monologo, senza più badare alla presenza del povero saggio.

“ Gli esseri viventi prediligono molto più la pioggia” sentenziò l’angelo. “Non fornisce acqua ai vostri campi? Non pulisce la vostra aria? Non vi dà refrigerio in queste calde giornate estive? E la neve? Non purifica e rinvigorisce il terreno? E il vento, non spazza via tutto ciò che immondo sulla vostra terra?” e così dicendo in tono declamatorio, sollevò le braccia verso l’alto.

Nel frattempo il signor Barbagianni, resosi conto che l’angelo si era definitivamente immerso nelle sue argomentazioni tra sé e il cielo, scivolò pian pianino fuori dal grande fungo. Credeva di aver abbondantemente capito il nocciolo della questione. I due angeli si erano fatti trasportare eccessivamente dalle lamentele degli uomini, dimenticando la loro reale entità. Dopo qualche fulminea riflessione, il vecchio e buon saggio elaborò subito un’idea  per rimettere ordine nella testa dei due angeli stizziti. Così  prima di lasciare la Valle dei Tempi, fece recapitare a entrambi un invito a presentarsi urgentemente sulla terra, per il giorno seguente, davanti a  madre Natura in persona. I due angeli sorpresi dall’ inaspettato invito, partirono separatamente il mattino dopo dalla Valle dei Tempi per scendere sulla terra. Sorvolarono colline, paesi, vaste campagne e alte montagne, boschi, vigneti, oliveti e frutteti. Libravano leggiadri come piume nell’aria ma quando i loro sguardi si posarono sui campi allagati, terreni inariditi, raccolti bruciati, alberi sradicati, i loro volti iniziarono a spianarsi e il velo nero che li avvolgeva, finalmente cadde dalle loro anime. Arrivarono ,nel medesimo istante ,alla grotta del noceto visibilmente accigliati e senza guardarsi, attesero in un cupo e ansioso silenzio l’arrivo di madre Natura. Videro, ad un certo punto, emergere dal buio della grotta una sagoma che era loro molto familiare. Il saggio Barbagianni venne fuori tutto impettito, con i suoi simpatici occhialini e un grosso rotolo di pergamena stritolato sotto l’ala destra. Si adagiò sul ramo di un albero vicino, srotolò la pergamena e lesse:

“ Quando Nostro Signore ha creato il mondo, ha dato ad ogni sua creatura un compito da adempire affinché  tutti siano componenti responsabili e imprescindibili per il mantenimento dell’equilibrio, dell’armonia e della vitalità del Suo Creato. Nessuna creatura, dunque, è più importante o necessaria di un’altra. Ognuno e ogni cosa nata da Dio  porta in sé la  Sua scintilla creatrice che rende il mondo sempre vivo e perfetto. Questa è la sua vera bellezza. Chi dimentica ciò si rende colpevole davanti a Dio del tramonto del Suo Creato.  ( Firmato)Madre Natura.”

Queste parole caddero sul cuore dei due angeli come tizzoni ardenti e dopo aver visto i danni provocati dalla loro presunzione, avvamparono in volto e con lo sguardo fisso a terra rimasero in silenzio. L’uno  guardava di sbieco l’altro per cercare di osservarne la reazione ma appena uno dei due incrociava gli occhi dell’altro, si voltava di scatto simulando un’aria di una debole indifferenza.

“ Miei diletti Angeli” intervenne ancora il signor Barbagianni “Sono da molti anni ormai, il portavoce  di nostra madre Natura. Mi auguro che questo viaggio vi sia servito da lezione. Dio ci ha donato la luce del sole per  illuminarci,  per aiutare le piante a crescere e a produrre ossigeno. Allo  stesso modo ci ha donato la pioggia, che fornisce acqua alla terra e a tutti gli esseri viventi. Ricordate che gli uomini sono bambini  ma gli angeli sono divini!!!”

Gli angeli visibilmente imbarazzati non sapevano più dove posare il loro sguardo, quando finalmente i loro occhi lucidi si incrociarono, pentiti ,si  lasciarono andare in un forte e interminabile abbraccio. Da quell’abbraccio nacque dai  loro petti  un bellissimo arcobaleno che si innalzò fino al cielo rasserenato. Quando gli abitanti del noceto e di tutto il paese lo videro, capirono che pace fu fatta, allora si sentirono echeggiare ovunque grida di esultanza e frasi di gioia. Prima di ritornare alla Valle dei Tempi i due angeli rimediarono ai danni provocati e da quel giorno ognuno adempì il suo compito seguendo  il  naturale corso delle stagioni,con più riverenza dei doni dell’uno verso l’altro. ( Si spera)



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