La fiaba dell’amore

Fiaba pubblicata da: Roberta Aprile

C’erano una volta due innamorati: Oscar e Sofia, tanto belli quanto inseparabili, ma c’era anche la strega cattiva.

Una bella mattina di febbraio la strega si affacciò alla finestra della sua cupa casa, e quando vide Oscar e Sofia correre sui prati, avvolti da magici sorrisi, ne fu talmente invidiosa che prese un pentolone e cominciò a preparare il siero della discordia.

4 grammi di ortica,

6 spine

3 uova barlacce

e infine il sortilegio:

L’amore fu tanto dolce, quanto amaro

ma ora la strega ti ordina di portare la discordia

e non più l’amore.

Così prese la beuta contenete il siero della discordia e lo versò nell’aria, dove uno sbuffo di vento lo fece volare fino ai due innamorati.

“Ora basta” disse Sophia.

“Basto lo dico io!” disse Oscar.

“Eh no! Sono io che l’ho detto per prima!”.

“Ma io lo stavo già pensando!”, ribadì Oscar.

I due incrociarono le braccia: e si misero uno di fronte l’altro, e invece di lanciarsi baci, si guardavano orgogliosi e supponenti.

Per fortuna come in tutte le fiabe c’è anche la fata buona, e avendo visto il siero della discordia posarsi sui due innamorati, si avvicinò a Oscar e gli raccontò dell’accaduto: dicendogli che lui e la sua innamorata erano stati colpiti dall’incantesimo della strega cattiva, così avevano finito per litigare, invece di amarsi.

Le parole della fata: forti e dolci, risvegliarono in un attimo Oscar, che in fretta decise di recarsi verso la casa della strega.

Quando arrivò, bussò alla porta: tre colpi decisi, come gli aveva detto la fata.

“Chi è?” chiese la strega.

“Strega… ho qui un bel regalo per voi!”.

‘Un regalo!’ pensò la strega… “Ihihihih”, si strofinò per bene le mani ruvide prima di aprire, “Eh che regalo è?” chiese curiosa.

“E’ un meraviglioso regalo… due magnifici orecchini in gemma preziosa!”.

La strega esterrefatta, aprì la porta in un baleno, ma quando vide l’innamorato, la richiuse veloce e sbattendola forte, e girò in fretta anche le spalle.

“Strega dovete liberarci dall’incantesimo!”, la implorò Oscar.

Ma la strega proprio non ne voleva sapere. “Sono giorni che ascolto le vostre lagne, i vostri cinguettii amorosi, i vostri sussurri, sono proprio annoiata!” brontolò la strega.

“Ma strega… Io e Sofia ci amiamo tanto!”

“Amore, amore, amore… che noia!” ribadì la strega.

Così la strega continuò nei suoi miscugli, senza più badare ad Oscar che continuò imperterrito a bussare forte alla porta.

“Ahahahahah” ridacchiava sotto i baffi, “…che sciocchi questi innamorati!” continuò a sghignazzare la strega.

Ma Oscar era così affranto che cominciò a cantare una melodia: talmente tanto triste e straziante che la strega solo dopo pochi minuti cominciò a intirizzirsi. E il canto di Oscar continuò tutto il giorno, e la notte anche peggio: il canto era così cupo, oltre che stonato e silurante, che la strega al mattino, non avendo chiuso occhio, era più brutta del solito: le occhiaie profonde, i capelli arruffati, la schiena arcuata. La strega allora, disperata, prese il pentolone, chiamò la fata con un leggero schiocco della bocca, e ascoltando la sua ricetta preparò la ricetta dell’amore.

5 margherite

3 rose

un nastro rosso

5 baci

e 10 abbracci

e per ultimo, le parole magiche:

l’amore è dolce, l’amore scalda,

se l’amore ti sfiora, ascolta il tuo cuore.

E fu amore.



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