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Il bambino che diceva parolacce

Fiaba pubblicata da: Rita Bimbatti

Questa è la storia di Antonino, un bambino di otto anni che diceva tante parolacce ogni qualvolta apriva bocca: le diceva a casa con i suoi genitori, le diceva a scuola con i suoi compagni e la maestra, le diceva al parco mentre giocava a calcio con i suoi amici.

Le aveva imparate principalmente dalla televisione, nonostante il divieto della mamma di guardare certi programmi non proprio educativi.

Un bel giorno, dopo aver pronunciato l’ennesima brutta parola mentre era a pranzo dai nonni, successe una cosa strana: il suo naso iniziò a prudere ed allungarsi, almeno mezzo palmo di mano.

Si alzò di corsa da tavola e andò in bagno per vedersi allo specchio. Con stupore si accorse che il suo nasino, così carino, era cresciuto parecchio.

Cominciò a piangere e strillare disperato, domandandosi il motivo. Poi prese un asciugamano, lo mise davanti la bocca, e corse verso casa, nascondendosi nella sua cameretta per non essere visto da nessuno. E più si arrabbiava, più diceva parolacce, più il suo naso si allungava, fino a raggiungere una lunghezza esagerata: era cresciuto così tanto che Antonino non riusciva nemmeno a passare dalla porta principale.

Improvvisamente, dalla finestra socchiusa, entro una stellina.

-Ciao Antonino! Come stai?- disse la stellina.

-Come vuoi che stia! Guarda cosa mi è capitato! Ma chi sei tu?- disse il piccolo.

-Sono la fatina dei bambini buoni, mi chiamo Stella. Sono venuta a farti visita, mi hanno detto che sei un bambino che dice troppe parolacce, e questo non va bene. I maghi della Luna hanno deciso di punirti, come capitò ad un burattino di nome Pinocchio. Ogni volta che una brutta parola uscirà dalla tua bocca, il naso ti crescerà.

E volò via, in alto nel cielo.

Passarono alcuni giorni, Antonino non uscì di casa per la vergogna, non andò ne a scuola ne al parco.

La mamma era molto preoccupata e lo portò dal dottore, ma nemmeno lui aveva la soluzione: il bimbo doveva tenersi il naso così com’era.

Dopo una settimana intera nella sua camera, a piangere e supplicare la fatina Stella di aiutarlo, i maghi della Luna, da sopra le nuvole, decisero di dare ad Antonino una possibilità, ma non avrebbe più dovuto pronunciare una parola brutta, anzi, doveva diventare un bravo bambino.

Durante la notte, entrò la fatina e restituì al piccolo il suo nasino, facendosi promettere di diventare più buono.

Da quella notte, Antonino, divenne proprio un bambino modello, e non disse mai più in vita sua una sola parolaccia.



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