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Un coccodrillo speciale

Fiaba pubblicata da: Marcella Geraci

C’era una volta un fiume lungo lungo. Che dico?! Lunghissimo! Talmente lungo da attraversare cento paesi. Ogni mattina, le acque del fiume erano piene di gente: uomini che pescavano, donne che lavavano i panni e bambini che si divertivano a fare il bagno. Sulle sponde del fiume avveniva anche il contrario e c’erano donne che pescavano e uomini che lavavano i panni. I bambini e le bambine però facevano tutti il bagno, visto che giocare e divertirsi era un loro diritto. O no?

Nei dintorni del fiume abitava una famigliola di coccodrilli: il coccopadre, la coccomadre e quattro coccofigli piccoli. Uno dei coccofigli era nato con un paio d’ali sul dorso e per questo era scansato da tutti gli animali.

“Ehi, coccomostro, ti piacerebbe giocare con noi?” Gli chiedevano i piccoli coccodrilli del gruppo.

“Certo!” rispondeva il piccolo, felice di essere invitato.

“E invece ti lasceremo solo anche oggi! Bleah…” gridavano in coro, facendogli la linguaccia e tenendolo in disparte. Il povero animaletto soffriva in silenzio e quando aveva pianto tutte le sue lacrime (che non erano finte, come quelle degli altri coccodrilli) andava a rifugiarsi da un vecchio rapace, suo amico.

 “Come posso fare? Non sono cattivo come pensano e mi piacerebbe tanto giocare con loro!”

“Devi avere pazienza” rispondeva il rapace, commosso dalle parole del piccolo. “Sono un’aquila e vedo lontano. Arriverà anche per te il momento giusto!”
Passa oggi e passa domani, un bel giorno, giovedì nel calendario degli animali del luogo, mentre i coccodrillini sguazzavano nel fiume e giocavano a rincorrersi tra le canne, un grosso anaconda sbucò all’improvviso. “Non mi sfuggirai! Mezzogiorno è passato da un pezzo e i ristoranti sono chiusi, quindi il mio pranzo sarai tu!” disse l’anaconda ad uno dei piccoli, spalancando una bocca grande come un forno.

“Aiutooooooooooooooooooooo” gridò il piccolo coccodrillo, mentre i suoi compagnetti fuggivano a destra e a sinistra, sopra e sotto, di qua e di là.

Il coccodrillino con le ali, che aveva visto tutto e si trovava vicino al piccolo in difficoltà, sollevandosi in volo afferrò il suo compagnetto, riuscendo a trarlo in salvo proprio mentre il grosso serpente stava per addentarlo. Dopo tre o quattro battiti d’ali, il coccodrillino coraggioso posò il suo amichetto sulla riva, lontano da ogni pericolo.

“Ti chiedo scusa a nome di tutti” disse il piccolo coccodrillo al suo salvatore. “Ti avevamo considerato cattivo a causa delle tue ali e non avevamo capito nulla. Se oggi sono vivo devo dire grazie a quelle ali che ho tanto disprezzato. Da oggi in poi giocheremo insieme!”

“Puoi contarci!” rispose l’altro, contento e dimentico dei torti subiti.

“Ci sono cose che ci fanno paura e che consideriamo brutte solo perché non si vedono spesso, senza capire invece che sono ricchezze enormi, talmente grandi che possono salvare una vita” pensò il rapace, che aveva assistito alla scena.

“Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto… sono un’aquila e guardo lontano!” 



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