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La piuma dell’angelo

Fiaba pubblicata da: Dora

Nell’orfanotrofio di San Germano d’Auxerre erano accuditi tanti trovatelli e tra questi c’era Luc un bambino davvero speciale, perché era molto buono, ma buono davvero.

Se aveva qualcosa, si apprestava a dividerlo con gli altri e se poteva aiutare, non se lo faceva chiedere. Era generoso e d’animo semplice.

Il piccolo, era stato lasciato sui gradini della struttura che aveva solo pochi mesi e da allora, erano già trascorsi otto anni. Stranamente, non aveva trovato nessuno che lo adottasse, sebbene fosse molto grazioso e educato.

Per la sua giovane età, il bambino aveva una saggezza che lasciava tutti sempre a bocca aperta ed era per questo però, lasciato in disparte dagli altri. Troppo diverso dai suoi simili, tanto che trascorreva gran parte del suo tempo da solo.

Un giorno nell’approssimarsi del Natale, Suor Josephine disse:

“Bambini, prendete carta e penna e scrivete la letterina, mettendo che cosa volete ricevere come regalo”.

Molti cominciarono a elencare giocattoli bellissimi, altri invece chiesero di poter finalmente avere una famiglia.

Invece il piccolo Luc nella sua scrisse: “Fammi diventare un angelo, così posso aiutare tutti questi bambini, ed esaudire i loro desideri”.

Le suore leggendola, rimasero sconcertate, ma pensando che ciò dipendesse dalla bontà d’animo del piccolo, non diedero peso alla cosa.

Gli anni passarono e ad ogni Natale, Luc scriveva sempre la stessa frase.

Finalmente quattro anni dopo, una famiglia arrivò anche per lui.

Allentandosi dall’orfanotrofio, Luc sentì un gran dolore dentro, eppure avrebbe dovuto essere felice perché finalmente aveva un papà ed una mamma e questa strana sensazione, lo turbò.

I genitori non potevano essere migliori. Volevano un gran bene al piccolo che lo riempivano di cure, premure, attenzioni e gli compravano ogni cosa volesse, anche perché erano benestanti e così aveva una camera piena di giochi solo per lui. Nonostante tutto questo, una parte del suo cuore, continuava ad essere triste.

Giunse un nuovo Natale e quando gli chiesero che cosa desiderasse, con semplicità disse: “Voglio portare tanti doni ai miei amici dell’orfanotrofio”.

E così fu. I genitori, acquistarono molti giocattoli e assieme a Luc, li consegnarono ai bambini dell’Istituto, che con gran meraviglia esultarono di gioia.

“Sei contento?” gli domandò sua madre abbracciandolo.

“Sì”, era questo, quello che volevo rispose Luc sorridendo.

Nel viaggio verso casa però, accadde qualcosa. Il piccolo vide un signore che dormiva sdraiato per terra, coperto solo da un cartone. E fuori quella sera faceva tanto freddo.

Il bambino sentì il cuore farsi piccolo piccolo, pensando alla sua stanza calda e al suo letto comodo. E rientrando scoppiò in lacrime, tanta era la tristezza nell’anima.

Dentro di sé pensava di aver sbagliato a non chiedere come aveva fatto negli anni passati, di voler esser un angelo e così s’inginocchiò e pregò.

I genitori vennero per dargli la buonanotte baciandolo dolcemente sulle gote e lui sorridendo rispose: “Grazie di tutto”.

Loro non fecero caso a quella frase che fu l’ultima che Luc pronunciò.

L’indomani mattina, il giorno di Natale il bimbo pareva addormentato, ma il suo era un sonno lungo, profondo, infinito dal quale non si sarebbe mai più svegliato. Sopra il suo corpo furono trovate tante piume bianche, lunghe e soffici come quelle delle ali di un angelo.

Da allora sono tante le persone, in più parti del mondo, che affermano di aver ricevuto aiuti da parte di un bambino che lascia al suo passaggio una lunga piuma bianca.



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