L’orologio e la clessidra

Fiaba pubblicata da: Licia Calderaro

C’era una volta, in un paesino innevato, un imponente campanile. Su questo campanile, vi era posto un grandissimo orologio; il quale segnava le ore, i minuti e i secondi. L’orologio era ben consapevole della sua funzione e sapeva che senza il movimento delle sue enormi lancette nere, gli abitanti del villaggio non sarebbero mai stati capaci a regolare il trascorrere delle giornate.

Questa sua consapevolezza lo rendeva cinico, orgoglioso e superbo. Fino a quando un violentissimo temporale, non si abbatté sul paese. Tutti quanti si barricarono in casa, ma l’orologio essendo impossibilitato a muoversi dal campanile, fu costretto a rimanere per ore sotto alla pioggia copiosa. Non fu nemmeno risparmiato dai fulmini e dai tuoni. Quando finalmente le nuvole minacciose si diradarono, il povero orologio si accorse che effettivamente qualcosa era andato storto. Le lancette gli si erano bloccate ed erano rimaste ferme e immobili sul quadrante. Il maltempo gli aveva rovinato il meccanismo e la sua utilità era andata in fumo. “Ohibò, adesso chi segnerà le ore fin quando qualcuno non mi verrà a riparare?”

Mentre piangeva, l’orologio vide una bambina  (che abitava nella casa di fronte) appoggiare uno strano e piccolo oggetto sul davanzale della sua finestra. Era costituito da due recipienti di forma conica, collegati tra loro, e nel mezzo scorreva della sabbia. La cosa buffa era che quando un cono si era riempito, la bambina lo capovolgeva e lasciava che la sabbia riprendesse il suo gioco all’interno dello strumento. L’orologio tese le orecchie e udì il nome con cui veniva comunemente chiamata: Clessidra.

Venne anche a conoscenza che era utilizzata sin dall’antichità per misurare lo scorrere del tempo.

Immediatamente, l’orologio abbandonò la sua superbia. Se un oggetto così piccolo era in grado di svolgere il suo stesso lavoro, non c’era bisogno né di disperarsi né di fare lo sbruffone. In cuor suo, ringraziò la clessidra per avergli aperto gli occhi e per merito della sua sostituta, si sarebbe goduto un lungo riposo fino all’ arrivo del tecnico-orologiaio.



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